Re: [Ottica] Polarizzatori

From: luciano buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Thu, 26 Jun 2003 11:24:27 +0200

Il tono di questo tuo reply � pi� sereno e colloquiale ed allora ci sto a
continuare.

Franco ha scritto:

> luciano buggio wrote:
> >
> > Sorvolo su tutto il resto, perch� mi pare che qui si stia facendo solo
> > gratuita polemica.

> Ti ho risposto come funzionava il mio polarizzatore.
Mi hai detto in effetti solo che un fotone viene assorbito dal polaroid e
ne emette *un altro* con un diverso piano di polarizzazione.
Dove avviene il ricambio? in quale punto del corpo dell'heraptite
(spessore circa un decimo di millimetro?) Il fotone che entra interagisce
con tutti gli atomi e gli elettroni? C'� uno scattering? Con quale
meccanismo avviene la variazione del piano di polarizzazione (cio� perch�
il nuovo fotone viene emesso con il piano di polarizzazione diverso) a
seconda dell'angolo di divaricazione tra i due assi (quello del fotone e
quello del filtro)?. Perch� la probabilit� di trasmissione varia in quel
modo, inversamente rispetto all'angolo detto? Che relazione c'� tra la
proiezione in ottica classica sull'asse del polarizzatore, che � un
coseno, ed il suo quadrato, che �, nel nostro caso, una probabilit�?
Lo strato di heraptite (o alcol vinile) � imprigionato tra due lastrine di
vetro: mi dicesti che anche nella rifrazione il fotone che viene trasmesso
non � pi� lo stesso che � entrato. Nel vetro quante volte cambia identit�
il fotone? ogni volta che incontra un elettrone, o un atomo?
E se questo � vero, che senso ha parlare di un assorbimento e riemissione
del polarizzaaaatore in quento filtro se, in quanto esso stesso mezzo
rifrangente, fa gi� cambiare l'identit� del fotone come il vetro in cui �
imprigionto a mo' di sandwich?

> E mi interessavano i coefficienti di riflessione e di trasmissione dei
> polaroid.
Li puoi trovare qui:
http://groups.google.com/groups?q=il+mio+polaroid+reso+trasparente&hl=it&lr=&ie=UTF-8&selm=b2qfbp%246or%241%40news.newsland.it&rnum=1
Leggiti tutto il post: ti estrapolo qui il brano in cui calcolo il valore
complesivo dei coefficienti da te richeisti, mettendoli a confronto
conquelli previsti dalla teoria ortodossa, e ti sfido a vedere chi ha
ragione.
---------------
Da quel diagramma che ti ho segnalato (mi sto rivolgendo a Smargiassi,
n.d.r.) ho estrapolato un valore della
"dispersione estrinseca" (assorbimenti e riflessioni varie) del 18% circa,
sicuramente pi� credibile del 32,6% circa che la tua teoria richiede.
---------------
Siccome il resto del tuo msg tratta di tutt'altro problema (il mio
potenziale e e la singolarit�), per non disperderci ed appesantirci mi
riservo di riprendere quest'altro tema in altra occasione.
Mi limito qui a riportanti la fonte della mia attribuzione ad Einstein
dell'idea della singolarita del campo.
Copio dal Quaderno delle Sceinze su Einstein curato da Silvio Bergia (n�
6, Dicembre 1998), pag 87:
""Gi� nel 1927, in collaboraizne con J: Grommer, aveva cercato di dar vita
ad una teoria delle particelle come singolarit� del campo..."
L'intento � chiarito alla pag. seg.:
"...soluzione del dualismo onda-cospuscolo ottenuta risolvendo in quanche
modo il discreto nel continuo."
Vale a dire, commento io, una funzione continua in ogni punto (il campo),
tranne in un punto di discontinuit� (asindoto verticale) in cui non viene
e definita (in cui non esiste, nel senso del suo dominio), punto di
discontinuit� che � il punto di singolarit�, "il corpuscolo".
Ciao.
Luciano Buggio.

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Received on Thu Jun 26 2003 - 11:24:27 CEST

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