Pangloss ha scritto:
> ...
> Ammesso (e non concesso) che dopo tale lettura il problema per un
> circuito chiuso sia risolto, rimane il fatto che un bipolo percorso
> da corrente e' necessariamente "parte" di un circuito chiuso.
> Non e' chiaro in base a quali considerazioni teoriche l'induttanza di
> un circuito chiuso possa essere suddivisa tra le "parti geometriche"
> che lo compongono.
Dipende un po' da che livello di rigore cerchi...
Io direi che se ci sono certe regioni di spazio in cui B e' molto piu'
grande che in altre, e se c'e' una forte "quantita' di spire" da quelle
parti, allora accade che il resto della geometria del circuito sia poco
influente, e si possa di fatto parlare di induttanze delle parti di
circuito di cui sopra.
Ma sospetto che questo ti fosse gia' chiaro...
Per il resto, io preferisco calcolare l'induttanza dall'energia: E =
LI^2/2.
Molti anni fa mi divertii a calcolare con la massima accuratezza di cui
ero capace l'induttanza di un solenoide pressoche' "quadro", tenendo
conto di tutti gli effetti che riuscii a pensare.
Lo scopo era di costruire un "campione d'induttanza". Non riuscii ad
andare oltre 10^(-3), tra limiti teorici e incertezze delle misure. Ma
era un procedimento artigianale...
Mi sovviene che ancora piu' lontano nel tempo, mi divertii a inguaiare
uno studente (normalista) all'esame di Fisica Superiore, proprio con la
tua domanda.
Non se la cavo' troppo bene...
Me lo ricordo perche' si tratta di uno che poi e' diventato collega
prof. di ruolo, e quindi non nomino :)
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Fri Jun 20 2003 - 20:55:24 CEST
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