> In certi sistemi (anche molto comuni, come un elettrone in un atomo!),
> se misuri prima l'energia, poi il momento angolare, e poi
> nuovamente l'energia, non vi e' alcun elefante che fracassa i
> cristalli! In altre parole, queste due osservabili sono compatibili
> (perche' se calcoli il loro commutatore ecc.... lasciamo perdere).
>
> E allora che razza di elefante e' questo che agisce solo su certe
> coppie di osservabili (quelle incompatibili) e non su altre coppie
> (quelle compatibili) ?!
Questo mi � chiaro. E' per questo motivo che ho circostanziato la
metafora prendendo in esame osservabili non compatibili.
Da un punto di vista prettamente logico non trovo difficolt� ad ammettere
che alcune azioni dell'elefante non siano distruttive come del resto posso
sospettare che molte altre lo siano.
Nella sequenza di misura: energia, momento, energia, dell'esempio
l'elefante non avr� rotto il cristallo "energia" ma molto probabilmente ha
rotto quello di "posizione" della particella.
>
> Il Moretti sembra insinuare qui che tu non abbia una
> competenza sufficiente per dare una spiegazione, al di la'
> delle metafore pittoresche e circensi (elefanti o altro):
> non sono certo queste il problema, almeno per me (visto che
> sono gia' stati usati gatti ed altro), ma il problema e'
> che il paragone circense deve essere attinente e dettagliato.
>
Il problema di fondo che sto cercando di stimolare non � quello di
fornire un spiegazione matematica astratta a ci� che accade nella
cristalleria. Il formalismo matematico funziona bene, mi guardo bene dal
contestarlo, riesce pure a giustificare la telepatia fra particelle per
quanto funziona bene.
Ma quando al fisico si chiede un tentativo di rappresentazione concreta
di di ci� che probabilmente sta accadendo, il fisico ha la tendenza a
reagire impulsivamente con un secco "zitto e calcola!". Verso gli altri e
verso se stesso.
Per questo motivo trovo importante riuscire a fornire un modello visivo
convincente, che pu� essere affinato a piacere e soprattutto adatto alla
divulgazione che spieghi cosa stia succedendo in quella cristalleria, che
cosa vi sia veramente dentro prima che l'elefante entri a dare
un'occhiata.
E tutto questo senza appellarsi ai formalismi che sono ad un livello di
astrazione tale da poter riuscire a giustificare pressoch� qualunque
fenomeno metafisico, con le opportune assunzioni ad hoc.
Tentativi sono stati fatti in questo senso, dal famoso gatto sia vivo che
morto al suicidio quantistico nei multiuniversi, dall'idea di un'onda pilota
da torre di controlo a quella di un'onda che torna addirittura indietro nel
tempo in una fantomatica interpretazione transazionale, tutto per riuscire
a giustificare il sacrosanto ed intoccabile formalismo della meccanica
quantistica.
Formalismo che funziona davvero. Ma perch� funziona? Quale
recondit� struttura della realt� celano le previsioni fatte da quell'
imperturbabile "zitto e calcola!" ?
Oguno di noi che abbia anche solo sfiorato il tema della meccanica
quantistica ha cercato di rappresentarla in un mondo reale, fatto di
entit� pi� o meno metafisiche, qualcuno, indugiando troppo nel
metafisico, ha preso la tangente sognando un riproposizione in chiave
scientifica della vita eterna con l'idea dei multiuniversi, altri a un certo
punto si sono arresi allo sterile "zitto e calcola!".
Allora ben vengano testi divulgativi che cerchino di dare un volto
rappresentabile allo sterile formalismo matematico, su un newsgroup si
pu� al massimo stimolare, provocare idee, riflessioni sull'intrinseca
natura della realt�.
Il punto allora �: cosa c'� in quella nube ? un gatto vivo e un gatto
morto, un gatto contemporaneamente vivo e morto (sic!), uno sciame
d'api che assume forme diverse in funzione dello stimolo, un ectoplasma
inafferrabile, dei vasi di cristallo che si trasformano quando entra un filo
di luce ?
Mi rispondo da solo: zitto e calcola!...
bye
armaged
> > > Non capisco bene: tu sostieni che il principio di H. sia
> > > "aggirabile" in qualche modo?
>
> > E' un auspicio.
>
> Pero' anche qui il Moretti potrebbe indagare sul fatto che tu
> conosca che cosa dice tale principio, che peraltro nell'attuale
> formalismo non e' affatto un principio, bensi' una conseguenza
> del fatto che i soliti commutatori ecc. ecc. ...
>
> > Il forte dubbio consiste proprio nel fatto che vi possano
> > essere interazioni ancora intentate dai fisici che riescano
> > ad evitare di
> > alterare la velocit� dell'elettrone quando se ne misura la
> > posizione con precisione.
>
> Cerco sempre di interpretare il Moretti (ma magari sto
> sbagliando tutto... :-).
> La speranza e' bella, pero' bisogna argomentarla bene.
> Prima dovresti capire bene perche', per adesso, si dice che
> la posizione e l'impulso sono osservabili incompatibili.
> Vi sono state fior di teorie per aggirare l'indeterminazione,
> e non e' che abbiano avuto grande successo. Perfino Bohm
> con le sue onde pilota ha rinunciato a dare un significato
> univoco e sempre definito alla velocita' (per lui esiste
> solo la posizione).
>
> Altrimenti rischi di farti prendere in giro da Bohr, che disse:
> "Possiamo sperare che un giorno 2 + 2 faccia 5, perche' cio'
> sarebbe vantaggioso per le nostre finanze".
>
> Ciao,
> Fabrizio
>
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> http://www.segreto.net
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Received on Wed May 28 2003 - 16:26:47 CEST