Re: Gli osservatori in meccanica quantistica

From: <armageddon99_at_libero.it>
Date: Thu, 29 May 2003 08:21:25 GMT

>>Ma poi, di nuovo, cosa vuol dire "visivo"? mi sembra una di quelle
parole come "semplice" che non vogliono dire niente: hanno solo
significato in relazione alla cultura e/o pregiudizi che si hanno;


Cerco di farti un esempio di cosa possa significare nel concreto la
limitatezza del mero formalismo matematico.

Facciamo un salto indietro nel tempo, un fisico preistorico nota nel cielo
una macchia circolare chiara che appare solo in determinate
circostanze e intende indagare sulla sua natura.
Si mette a fare esperimenti e scopre una legge matematica eccezionale
che spiega ci� che sta osservando: la macchia appare solo di notte, ma
non sempre, vi sono il 50% delle probabilit� che di notte appaia, il 50%
di probabilit� che non appaia nemmeno di notte.
La macchia � molto utile ai fini pratici perch� quando appare illumina il
bosco e agevola la caccia notturna dunque il fisico viene spesso
consultato dai cacciatori per sapere se quella notte la macchia apparir�
o meno.
Il fisico nel tempo ha affinato a tal punto il formalismo matematico che i
cacciatori sono entusiasti: egli � in grado di predire, prendendo in
considerazione la stagione e i dati sperimentali passati, addirittura
l'esatta probabilit� di apparizione della macchia in cielo la notte
successiva. Un successo strepitoso. Il fisico diviene l'idolo dei
cacciatori.

Un allievo del fisico, dopo anni passati a ripetere pedissequamente i
calcoli probabilistici che il maestro gli ha insegnato per pronosticare
l'apparizione della macchia, un giorno si chiede quale sia l'intrinseca
natura di quella macchia, se sia uno spot di luce proiettato in cielo, se
sia un disco che brilla di luce propria oppure di luce riflessa, oppure
una sfera o un cilindro visto frontalmente.

Tutte queste idee si affollano nella sua immaginazione per riuscire a
rappresentare concretamente, fuori dal formalismo matematico che ne
spiega perfettamente il comportamento, l'intrinseca natura di quella
macchia notturna.

Sperando di far cosa gradita al suo maestro gli espone alcune sue
ipotesi purtroppo non verificabili per la mancanza degli strumenti
adeguati. Al sentire tali farneticazioni l'inossidabile fisico spiega
all'allievo che non si pu� rappresentare concretamente ci� che sta
osservando, c'� gi� un formalismo matematico probabilistico che dice
gi� tutto ci� che si pu� dire su quella macchia, non c'� nulla da
aggiungere.
Ogni rappresentazione mentale di ci� che rappresenti quella macchia �
superflua.
E naturalmente non vuole pi� sentir parlare di tentativi di
rappresentazione della realt� e lo congeda naturalmente con un
secco.....zitto e calcola!

Qualche secolo dopo un discendente di quell'allievo inventa il
telescopio....

bye
armaged







 


   
 


 


 


 




>
>
> >
> > E tutto questo senza appellarsi ai formalismi che sono ad un livello
di
> > astrazione tale da poter riuscire a giustificare pressoch� qualunque
> > fenomeno metafisico, con le opportune assunzioni ad hoc.
> >
>
> chi si occupa di fisica un po' serimanente sa benissimo che si cerca
proprio
> di evitare tali costruzioni...
>
> >
> > Formalismo che funziona davvero. Ma perch� funziona? Quale
> > recondit� struttura della realt� celano le previsioni fatte da quell'
> > imperturbabile "zitto e calcola!" ?
> >
>
> e se il mondo fosse proprio "matematico"? ....come farebbero 'sti
filosofi?
>
> > capisco bene: tu sostieni che il principio di H. sia
>
> bada che non sto sostenendo nulla di contrario a quello che dici, ma il
tuo
> atteggiamento
> mi sembra tanto pieno di pregiudizi tanto quello di tanti di quei fisici
che si
>
> limitano a rispondere, come tu dici, "zitto e calcola".
> Comunque penso che non si possa dire tanto piu' di quetanto llo che ti
e' stato
> detto.
> Lancio il sasso e scappo dalla discussione perche' non ho tempo in
questo
> periodo.
> ciao
> slacky
Received on Thu May 29 2003 - 10:21:25 CEST

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