Re: Gli osservatori in meccanica quantistica
> Tu stai assumendo che esista un elettrone a cui attribuisci delle
> proprieta' classiche (corpuscolo con posizione e impulso). Poi chiedi
cosa succede se cerco di determinarne la posizione. Allora scopri che
per fare cio' devi interagire con esso, per esempio sparandoci sopra
della luce.
>...se ho capito bene quello che intendi ti sbagli, tu stai
> pensando che la MQ si riduca a "ci sono comunque le palline
classiche, ma a causa dell'interazione con lo strumento, noi non
possiamo determinarne con precisione posizione e impulso che ci sono
comunque, prima che cerchiamo di osservarle perturbandole"
Il punto � proprio questo: io non assumo nulla sul contenuto della
"nube" che rappresenta l'elettrone prima della misura proprio perch�
non sono in grado di vedere all'interno della nube senza alterarla
consistentemente, anche se uso un singolo fotone per guardarci dentro.
Anzi, gli esperimenti di interferenza realizzati con elettroni mi
convincono del fatto che all'interno di quella nube non vi sia qualcosa di
unitario e condensato che naviga all'impazzata con orbite imprevedibili
(la "pallina" classica) ma che vi sia piuttosto un'entit� parcellizzata che
occupa tutto il volume della nube e che � capace di condensarsi (o
collassare se preferisci) se sottoposta ad una interazione con l'esterno,
micro o macro che sia.
Nel momento in cui lo strumento effettua l'interazione con quella nube
esso registra solo ed unicamente l'effetto della sua "invadenza" , ossia la
trasformazione di quella nube in una entit� condensata con propriet�
misurabili classicamente, che � entit� ben diversa dalla nube pre-
interazione.
Ma il fatto che all'interno della nube non vi sia una pallina-elettrone
classica non significa che l'oggettivit� dell'entit� elettrone venga a
mancare, si tratta solo di un'oggettivit� fisica nuova, di tipo non
consueto, con caratteristiche che ci sono in gran parte ancora
sconosciute proprio per l'impossibilit�, usando una metafora, di poter
vedere la pellicola vergine(elettrone pre-interazione) aprendo con un
filo di luce (interazione) la scatola che la contiene.
Vedremo sempre e solo l'effetto dell'interazione: la pellicola
impressionata in un numero di modi differenti (spin-up o spin-down).
Allora � chiaro che in questi termini � l'osservatore a creare ci� che
vede: � l'elefante che crea i frammenti all'interno della cristalleria per poi
chiamarli materia. Ma la materia esisteva gi� prima che l'elefante
entrasse, solo in una forma diversa, che l'elefante non vedr� mai a
causa della sua goffaggine.
Se invece dell'elefante si riuscisse a far entrare nella nube un rivelatore
di un ordine di grandezza meno invadente si riuscirebbe a vedere
l'originale natura dell'elettrone senza stravolgerla, _qualunque essa sia_.
Fino a quel momento ci accontentiamo di vedere i cocci di cristallo
chiamandoli elettroni collassati....
bye
armaged
Provo ad esprimere il concetto con un'altra metafora:
Received on Mon May 26 2003 - 12:05:31 CEST
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