Nicola wrote:
> Ciao Valter.
> Ti offendi se ti dico che sei riuscito a complicare il concetto molto pi�
> di quello che �?
Non mi offendo!
> Se io fossi uno studente che vorrebbe studiare fisica, o mi trovassi al
> primo anno con un po' di difficolt�, mi verrebbe la tentazione di
> abbandonare dopo aver letto quello che hai scritto.
Mi dispiacerebbe molto, spero che i miei studenti non pensino
la stessa cosa (per fortuna non insegno al primo anno)
> Gli "oggetti macroscopici" seguono la meccanica classica?
> Approssimativamente si, tanto bene che per la vita comune non c'� da
> preoccuparsi. Ma la meccanica quantistica non *assume* che ci siano
> oggetti macroscopici e microscopici, visto che gli stessi macroscopici
> potrei studiarli con la meccanica quantistica.
La MQ assume che esistano degli oggetti macroscopici
che si comportano come quelli classici nel momento in cui introduce le procedure
di misurazione: il "collasso della funzione d'onda" avviene quando
(ma non sempre) un sistema microscopico ne incontra uno macroscopico.
> Il formalismo non definisce "esattamente" cos'� un sistema macroscopico?
No, non lo fa proprio: questo e' il epistemologicamente controverso e
in un certo senso deludente del formalismo della MQ.
> Ma meno male! Un mm3 di piombo � microscopico? E' macroscopico? Come fai
> a dirlo, se non sai *rispetto a cosa*?
Ora ti rispondo almeno in parte.
Dal punto di vista pratico la distizione e' chiarissima e nettissima:
per i cosiddetti sistemi "macroscopici" non vale il principio di
sovrapposizione degli stati (hai mai visto una sovrapposizione
coerente di stati di una pallina da tennis?), per tutti gli altri si.
Che esistano queste due situazioni pratiche nessuno lo puo' negare, la distizione
tra "microfisica" e "macrofisica" e' quella che ho appena detto...
Cosa c'entri questa distinzione con "micro" e "macro" e' un altro
discorso: perche' le cose "piccolissime" sono quantistiche mentre quelle
"grandi" no? Si possono fare un bel po' di discorsi che pero' non sono
del tutto risolutivi. In ogni caso una distinzione molto rozza che
dice in che senso di debba intendere "micro" e "macro" e' la seguente.
La distizione risponde alla tua domanda "rispetto a chi?" .
Considera un sistema fisico che sara' caratterizzato
da varie grandezze fisiche caratteristiche (lunghezza, tempo, massa,...
caratteristeche). Con queste ti costruisci l'"azione caratteristica"
del sistema (energia caratteristica X tempo caratteristico)e la confronti
con la costante di Planck. Se tale azione caratteristica e' ordini di grandezza
piu' grande della costante di Planck il tuo sistema ha un comportamento
classico, in altre parole e' macroscopico, se l'azione caratteristica
e piu' piccola o delle'ordine di quella di Planck il sisitema sara' microscopico
ossia quantistico. La costante di Planck e' il termine di paragone che
bisogna usare ma non bisogna confrontare le dimensioni di sole lunghezze dei sistemi
fisici, ma le azioni caratteristiche di essi, con la costante di Planck.
> Ti chiedo scusa per la mia sincerit�, ma anche nel resto mi � sembrato ci
> fosse molta confusione in quello che hai scritto e mi pare che alla fine
> hai si criticato molto armageddon, ma una risposta chiara e semplice ad
> Eleonora non sei stato capace di darla.
Ti rispondo con altrettanta sincerita': una risposta chiara e semplice
non l'ho data perche' semplicemnte non esiste.
Non credo affatto che ci fosse molta confusione in quello che ho scritto,
(prova a dimostrarmi il contrario). Quello che e' probabile e' che ho
scritto, in fretta, usando termini troppo tecnici (e
di questo mi scuso)... e anche che forse, per i motivi che ho detto,
tu non hai capito quello che ho scritto.
Sono disposto a chiarificazioni se me le chiedi, cercando di scrivere
nel modo piu' elementare possibile.
Ciao, Valter
--
------------------------------------------------
Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Thu May 22 2003 - 19:27:55 CEST