Re: Gli osservatori in meccanica quantistica

From: Fabrizio Coppola <scientia_at_ANTISPAMtechnologist.com>
Date: Tue, 20 May 2003 20:17:23 GMT

Eleonora Norese wrote:

> La storia secondo la quale un'osservabile viene forzata ad assumere uno
> stato quando qualcuno la osserva non riesce ad andarmi gi�.
> Sar� che forse non ho capito niente, ma a me sembra impossibile.
> Non posso credere che un fatto fisico assuma una forma A o una forma
> B in funzione del fatto che qualcuno lo osserva o meno.
>[snip]

Cara Eleonora, forse quando avrai superato l'esame di Istituzioni
di fisica teorica sarai in grado di inquadrare meglio il
problema, rispetto ad ora. In pratica tu stai ripetendo
le obiezioni gia' date da alcuni fisici (tra cui Einstein)
circa 70 anni fa. Cioe', mi sembra che la tua sia una reazione
ancora da "primo impatto".

> Ci vuole, come osservatore, un essere umano? Basta un essere vivente?
> Il mio cane pu� andare? E un insetto? E un albero?
> [snip]

Questo e' ancora un tema che viene dibattuto: vi sono varie posizioni.
Ma una cosa e' certa: la mecc.quant. ha creato dei profondi problemi
epistemologici che ha messo in evidenza quanto fosse ingenua la
vecchia concezione "realistica" e puramente "oggettivistica" della
fisica classica.

C'e' l'interpretazione di Copenaghen, che e' una posizione
positivistica (anche se con Bohr e soprattutto Heisenberg
presenta tendenze idealistiche), che non si preoccupa
affatto di chiedersi com'e' la realta', ma si preoccupa
di far "funzionare" correttamente la teoria, ed e'
preferita dalla maggior parte di chi studia queste cose.

C'e' una posizione idealistica estrema (Wigner e Von Neumann,
che comunque non mi sembrano gli ultimi arrivati o persone
da sbeffeggiare), secondo cui occorre proprio la coscienza di...
un essere cosciente per sancire l'oggettivita' delle misure
effettuate in mecc.quant.

C'e' una posizione idealistica intermedia (che e' quella che io
personalmente preferisco, ridete pure), quella di Wheeler (anche
se alcuni la considerano estrema come quella di Wigner), condivisa
da altri fisici come Barrow e Tipler, secondo qui l'intero universo
e' un sistema psico-fisico, in cui la coscienza e' mescolata o
intrinseca a cio' che chiamiamo materia (anche se solo in rari
casi emerge decisamente, come negli esseri coscienti).
E' una visione apparentemente ingenua, simile ai primi filosofi
greci (Talete, Anassimandro, Anassimene), che vedevano un
principio mentale nella materia. Ma visti gli sviluppi e le
possibili alternative, non meno strane di questa (si pensi ai
molti mondi di Everett), a questo punto nulla si puo' chiamare
assurdo.

C'e' poi una posizione "realistica" simile a quella della fisica
classica, che per essere ancora accettata pero' necessita di
teorie strane (come le onde pilota di Bohm, o i molti mondi
di Everett). Il fatto che la fisica sia nata su questa concezione
non giustifica che essa debba essere mantenuta a tutti i costi,
anche quando dimostra chiaramente i suoi limiti.

Ci sono poi posizioni ambigue, come quella di Schroedinger o
anche quella di Bohm, che filosoficamente esprimono una
posizione idealistica ma fisicamente optano per un mondo
realistico-oggettivo (si pensi al provocatorio "gatto di
Schroedinger).

> Mi sembra che queste domande stiano scivolando nel ridicolo.

E' il contrario: i problemi epistemologici ci sono, e IMHO
e' inopportuno negarli ed arroccarsi su posizioni di "realismo"
tradizionale, che non sembra piu' sostenibile, definendo
"ridicolo" tutto il resto solo in base alle proprie preferenze
e ai propri pregiudizi.

> Capisco che un fisico deve avere l'apertura mentale in grado di
> considerare qualsiasi teoria, ma c'� un limite a tutto.

Questa affermazione mi sembra contraddittoria...
"Qualsiasi" non si concilia con l'esigenza di un "limite".

> Non si pu� chiedere ad un fisico di credere in dio.
> Non vi pare?

A parte che mi sembrava che Dio si scrivesse maiuscolo,
questa sinceramente non l'avevo mai sentita...
Prova a chiederlo a Galileo, Cartesio, Newton, e tanti altri,
per non dire di Zichichi.
 
Per concludere, ritengo che fare il fisico, e piu' in
generale lo scienziato, presupponga l'essere aperto ad
accettare i risultati degli esperimenti, qualunque concezione
essa prospettino, e non il dichiarare a priori che "questa
certa cosa non puo' essere".

Saluti
Fabrizio
Received on Tue May 20 2003 - 22:17:23 CEST

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