Re: crisi fisica classica

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Wed, 14 May 2003 20:50:56 +0200

The Tarro ha scritto:
> Il mio lavoro vuole essere un approfondimento in cui tratto gli aspetti di
> crisi della fisica che hanno fatto crollare la visione positivistica e
> deterministica di fine ottocento, inoltre l'unico argomento veramente
> fisico, cmq da trattare nei limiti della preparazione fisico-matematica
> liceale, sara' la relativita', cosi' da poter poi aprire una discussione sul
> problema del relativismo, ma sono oralmente: il mio lavoro si limiterebbe
> soltanto ad una prima parte sui fatti e le scoperte che cambiarono il modo
> di vedere le fisica (quanti, errore dell'etere, relativita', crisi della rel.
> galileiana, principio di indeterminazione, imprevedibilita' dei sistemi
> fisici, relativita' dello spazio e del tempo) e ad una seconda parte
> riguardante la relativita' einsteniana, partendo da:
> -esperimento di Michelson sul vento d'etere
> -relativita' del concetto di simultaneita' (esempio del treno)
> -dilatazione dei tempi e contrazione delle lunghezze (con esemplificazioni)
> -trasformazioni di Lorentz
> -relativita' ristretta e sue conseguenze
> -relativita' generale e sue conseguenze
> -cosmologia..? su questo non sono ancora sicuro

e in un successivo post:
> Come ho gia' detto, il mio lavoro sarebbe molto semplicistico, da "liceale"
> insomma!! Inoltre voglio evitare di inserire nel lavoro qualsiasi
> riferimento a storia, filosofia, italiano: ci pensero' oralmente a integrare
> il discorso, io voglio presentare un approfondimento (visto che non abbiamo
> studiato la relativita' in classe) del mio programma di fisica; infatti nel
> mio testo di fisica (" Fisica per i Licei scientifici" di Amaldi ed.
> Zanichelli) la relativita' e' trattata in una 40ina di pagine, io le studiero'
> e le esporro' alla commissione, tutto qui. L'introduzione sulla famosa
> "crisi" la faccio soltanto per ingentilire un'esposizione altrimenti troppo
> seria e ovviamente anche per impressionare positivamente i prof umanistici
> ("Relativita'? Ma che bravo questo ragazzo, ha proprio un bel cervellino!"")
> Spero di aver fugato i vostri dubbi; per me i vostri pareri sono veramente
> utili per discostarmi un po' dal mio povero liceo...grazie!

Mi sembra che la seconda spiegazione ridimensioni parecchio la prima...
Tanto di guadagnato.
Vedi, quando ho parlato di "mettere mano alla pistola" (BTW, ho scritto
Goebbles mentre era Goebbels) avevo in mente idee come
> gli aspetti di
> crisi della fisica che hanno fatto crollare la visione positivistica e
> deterministica di fine ottocento
Naturalmente tu pensi cosi' perche' qualcuno te l'ha insegnato, o
perche' l'hai letto in qualche libro, ma vorrei farti riflettere su due
aspetti:
a) Moltissime presentazioni di questa problematica non sono affatto
neutrali, ma funzionali a precise tesi filosofiche. Percio' andrebbero
prese con le molle, e sarebbe compito di un prof di filosofia serio di
metterlo in luce coi suoi allievi. Invece di solito :-(
b) Le cose sono alquanto piu' complicate: questa del "crollo della
visione positivistica e deterministica" e' poco piu' di una leggenda,
nel senso che
b1) Non e' affatto vero che ci fosse una visione cosi' concorde e
acritica tra gli scienziati.
b2) E' da vedere se si possa davvero parlare di "crollo ecc.". Anche
qui, i fatti andarono e vanno in modo assai meno semplice e lineare
delle favolette che si raccontano.

E' scusabile che ragazzi alle pirme armi non abbiano le conoscenze
necessarie per valutare la realta' dei fatti; ma sarebbe auspicabile che
non li si incoraggiasse a trinciare giudizi semplicistici su cose che
non possono conoscere adeguatamente.
Invece si fa il contrario, e io non posso fare a meno di pensare che
l'operazione non sia innocente: si vuole instillare un certo modo di
porsi di fronte alla scienza.

Lo stesso posso dire circa la connessione tra relativita' e relativismo,
che magari poi diventa "da Einstein a Pirandello".
La sig.ra Ponza: "io sono colei che mi si crede" ("Cosi' e' (se vi
pare)").
Einstein (caricatura): "il tempo dipende dallo stato di moto
dell'osservatore".

Io non posso escludere che le scoperte di Einstein abbiano avuto
influenza, per il modo come sono state diffuse e capite, anche ben al di
fuori della scienza. "Cosi' e' (se vi pare)" e' del 1917...
Ma credere che relativita' significhi relativismo e' un errore
grossolano.
Il termine "teoria della relativita'" e' stata un'invenzione di Planck,
e tutti sono oggi d'accordo che sia stata assai infelice, perche' ha
connotato la teoria di Einstein in un modo sostanzialmente errato.

Roberto Rosoni ha scritto:
> Senti Elio, ogni tanto mi sembra che svisceri un integralismo eccessivo
> (come tutti gli integralismi).
Premetto che hai capito male il mio punto, che non era negare la
"crisi", ma contestare l'opportunita' di presentarla all'esame e in quel
modo.
Ma questo l'ho gia' spiegato sopra.

> Innumerevoli testi riportano che a met� '800 c'era un atteggiamento da parte
> degli scienziati sintetizzabile con "abbiamo quasi finito il lavoro".
> Meccanica celeste, termodinamica, elettricita', tutto sembrava quagliare. E
> concedimi che era una scienza lineare, abbastanza vicina all'intuito (di una
> persona di media cultura). Si riteneva che alcune cose che non tornassero
> solo per piccole imprecisioni nelle misurazioni. Qualcuno disse l'unico
> problema rimasto era quello di calcolare la quinta cifra decimale delle
> costanti.
Che ci sia chi presenta la storia della fisica in questo modo, non lo
nego: ma e' una presentazione del tutto distorta, e probabilmente non in
buona fede; sicuramente segno di scarsa conoscenza dei fatti.
A titolo di curiosita', potresti citarmi qualche autore?

> Di certo sai di Hilbert e del suo "programma" che prevedeva di formalizzare
> l'intero corpus matematico sulla base di derivazioni formali partendo da
> pochi assiomi.
Ovviamente tu hai frainteso il programma di Hilbert e non ne hai capito
le motivazioni.
Qui siamo OT, ma l'idea di Hilbert era un tentativo (serio) di risposta
alla vivace discussione sui fondamenti della matematica che era in corso
da decenni.

> Cosa e' rimasto di questa faciloneria (detto non in senso dispregiativo),
> dopo Einstein, Heisenberg, Schroedinger e Goedel (chiedo venia per le
> omissioni)?
La faciloneria e' un'invenzione di storici da strapazzo.
Il lavoro di Goedel fu un colpo (e non dimenticare che e' del 1931)
proprio perche' molti pensavano che il programma di Hilbert fosse
perseguibile: tutti faciloni, Hilbert in testa, poi arriva Goedel e si
scopre che prima di lui nessuno aveva capito un c...?
Ma ti pare serio raccontare la storia della scienza in codesto modo?

> Quindi mi sento di difendere una ricerca di *filosofia* sui paradigmi
> scientifici. Della loro "crisi". Gia', proprio cosi': "crisi".
> Ovviamente le "crisi" sono dei momenti splendidi per la cultura scientifica,
> perche' rimettendo molto (non voglio dire tutto) in discussione sono
> l'occasione per raggiungere nuovi livelli di conoscenza (mi piacerebbe dire
> nuove verita', ma srebbe poco Popperiano...).
Il fatto e' che se si guarda la storia della fisica nell'800 e nel primo
'900, e' tutta una crisi...
I problemi e le relative soluzioni si accavallano: non si possono forse
individuare 10 anni in cui ci sia stato un consenso pacifico su quello
che si riteneva di aver capito.
Non ti faccio esempi per non allungare troppo, ma se ne senti proprio il
bisogno posso farlo.

Per una visione un po' piu' seria (e competente) di queste vicende, ti
raccomando il bel libro di Bellone: "Il mondo di carta".
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Wed May 14 2003 - 20:50:56 CEST

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