Re: Principio di equivalenza

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Tue, 13 May 2003 18:31:13 +0200

"luciano buggio" <buggiol_at_libero.it> wrote in message
news:b9ogm7$8jk$1_at_news.newsland.it...

> No. Significa che l'ascensore � piccolo, e p� piccolo � pi� il PE vale
> (strano principio!).
> Se ne deduce che la validiit� del PE � assoluta (il che equivale a dire
> che il PE vale veramente solo) nel caso di un ascensore puntiforme, cosa
> che, come ben puoi intendere, fa sparire, insieme alla marea, l'ascensore,
> lo sperimentatore, il problema, ed, infine, lo stesso PE.
> Cos�, ad essere rigorosi (vedi il mio reply a Fabri) la superficie della
> Terra "� piatta" ("non � rotonda") solo in singoli punti, dove essa
> coincide con la tangente (che � notoriamente piatta): senonch� nel
> singolo punto sparisce, insieme alla Terra, anche il problema ( e quindi
> la sua sedicente soluzione), perch� un punto non � n� piatto n� rotondo.

Che e' come dire:
al tendere a zero di deltax scompare l'intervallo, con esso scompare la
variazione della funzione f che in tale intervallo e' definita, scompare
quindi anche il rapporto fra la variazione della funzione, deltaf, e l'
intervallo, deltaf/deltax, cioe' scompare la derivata.
Ho provato a dirti tempo fa che fare questi discorsi equivale a non aver ben
presente il concetto di limite, tu mi hai risposto che te lo hanno spiegato
per bene al liceo ... io rimango nel dubbio che tu non ce lo abbia ancora
ben presente.
In ogni caso, piu' che concentarsi sulla validita' del PE, perche' non ci
concentriamo sulla validita' della proposizione derivata di x^2=2*x ??
O anche lim(x-->0) (sin(x)/x)=1 ?
A me pare che dai discorsi che fai tu riguardo al PE (concludendo che la
validita' del PE si ha solo per ascensore puntiforme, caso in cui con
l'ascensore scompare anche, come dici tu, il problema stesso e con esso il
PE) si deve dedurre che la proposizione derivata di x^2=2*x deve
considerarsi valida solo per funzione x^2 avente come dominio solo un punto
(caso in cui, con la scomparsa di un dominio contenente almeno un
intervallo, scompare anche la derivata e con essa la proposizione di cui si
vorrebbe asserire la validita').

L'analisi infinitesimale non e' stata una conquista immediata. Io non sono
certo un esperto nel campo, il problema storico lo conosco poi solo in
maniera molto approssimata; mi pare di ricordare che, nell'ottocento, prima
di essere accettato il concetto di limite (con tutta la analisi che ne
deriva) c'erano tipi rifiutavano questa matematica fatta su queste
"quantita' evanescenti". Ripeto, ne so pochissimo, ricordo solo che tempo fa
mi capito'
di leggere qualcosa di autori dell'ottocento che, facendo discorsi
assimilabili ai tuoi, rifiutavano la validita' della analisi infinitesimale
che si stava pian piano affermando (almeno cosi' mi pare di ricordare, certo
sarebbe interessante trovare alcuni di questi pezzi). Questi autori e' certo
che non avevano chiaro il concetto di limite (che nella forma accettata oggi
non era ancora nato).
Io credo che se tu potessi leggere alcuni di questi autori e trovassi
somiglianza con il discorso fatto da te, potresti convincerti del fatto che
tu, come loro, non hai chiaro il concetto di limite.

Questo per dire

> Ciao
> Luciano Buggio
Ciao
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue May 13 2003 - 18:31:13 CEST

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