UNA FORMULA SEMPLICE PER LA G EFFETTIVA
Se assumiamo (con Sciama, Brans-Dicke) che esista un potenziale
PHI scalare di massa che vada come la somma di m(i)/r(i) cioe'
dei contributi dei rapporti massa/distanza dalla particella
di prova, vediamo che i contributi del sole, della luna
e dei pianeti anche messi tutti insieme ed allineati da
una sola parte, sarebbero trascurabili rispetto alla
somma cosmica. Sciama ha stimato che il 99% del contributo
alla determinazione per questa via di G
(definita come G = c^2 /PHI ispirandosi al principio
di Mach), verrebbe dagli oggetti posti a oltre 100 milioni
di anni-luce. Quindi variazioni spaziali di G su scala
del sistema solare sarebbero assai piccole e difficilissime
da misurare. Da mie considerazioni semplici ho trovato
questa formuletta:
G' = Go/(1 + Go M / r c^2)
dove G'= G effettiva, misurata localmente; Go= media cosmica
ovvero la costante universale di Newton; M la massa di un
corpo sferico; r la distanza dell'osservatore esternamente
a tale oggetto (internamente la formula cambia aspetto con
risultati simili a quelli proposti da Bashkov e Kozirev
nell'articolo
http://arxiv.org/ftp/gr-qc/papers/0103/0103009.pdf ).
Pertanto, in prossimita' della superficie solare
la "costante" G' avrebbe un valore dell'ordine di un
milionesimo inferiore a quello della Go universale (questo
potrebbe forse essere verificato inviando una sonda...).
Sulla superficie di un buco nero di raggio Go M / c^2 avremmo
una riduzione esattamente del 50% della Go di Newton.
Quindi il raggio di Schwarzschild *effettivo* misurerebbe:
R* = 2 G' M / c^2 = Go M / c^2 = "raggio di Mach".
Possiamo riscrivere:
G' = Go /(1 + R* / r)
Se la massa del buco nero tendesse a collassare verso una
singolarita' centrale (r-->0), il denominatore andrebbe a
infinito, e quindi G'-->0, motivo per cui la stessa forza
di attrazione gravitazionale per le masse piu' esterne in
caduta diventerebbe infinitesima. Di fatto cio' porterebbe
molti dubbi sulla fisicita' del processo calcolato a suo
tempo da Oppenheimer (e sgradito ad Einstein). Quindi per
impedire il collasso in una singolarita', inaccettabile dal
punto di vista fisico, basterebbe comporre l'effetto suddetto
di decrescita di G con opportune forze centrifughe dovute
ad elevate velocita' di rotazione dell'oggetto celeste.
Questo, almeno, e' il mio punto di vista.
Per inciso, si osservi che il "raggio" stimato del nostro
universo e' proprio quello di Mach, Go M(univ.)/ c^2 ,
la meta' di un raggio di Schwarzschild: come mai allora
l'universo non collassa, anzi al contrario si espande
sempre di piu'? Tutte le attuali opinioni in materia di
cosmologia e buchi neri scaturiscono dall'assioma della
costanza della G di Newton. Dire che G puo' variare nel
tempo e nello spazio rimette in discussione tutto il
paradigma cosmologico attuale.
Ho visto pure che esistono vari articoli recenti nelle
teorie delle stringhe, dove non ci ho capito granche'
tranne la conclusione che sta venendo fuori che G puo'
variare... Dunque la "costante universale" di Newton
e' stata solo un mito, un abbaglio?
Cordiali saluti
Attilio A.
Received on Fri May 16 2003 - 13:42:59 CEST