Re: temperatura e calore?
"AAnDrEE" ha scritto:
>
> "20QfwfQ02" ha scritto:
[...]
> > Ai fini della misura della massa di un corpo, il peso � un indice,
> > un'informazione. Insieme ad altre pu� fornirti la conoscenza della sua
> > massa.
>
>
> Ecco: ai fini della misura. Punto. Io uso il peso per risalire alla massa,
> ma al di fuori della pratica della misurazione peso e massa sono due
> grandezze fisiche degne di esistere come tali, che rappresentano cose
> diverse. Non potresti dire certo che il peso e' un indice della massa del
> corpo e quindi e' una grandezza impropria, un sintomo della massa, perche'
> il peso e' il
> nome che dai in meccanica classica alla forza (vettore) con cui un grave
e'
> attratto
> dalla Terra. La massa (scalare) ti serve per esprimere quantitativamente
il
> fatto che
> i corpi hanno una inerzia ai cambiamenti del loro stato di moto. Trattasi
di
> grandezze diverse con significati diversi. Le misuriamo in Newton e in kg
> per quantificare effetti diversi. Il fatto che poi siano legate da
> proporzionalita' diretta e che praticamente si misuri una per ricavare l'
> altra quando ci si pesa non significa nulla.Il peso non e' il servo
> metrologico della massa e
> la
> temperatura non e' la schiava metrologica del calore, se cosi' posso dire.
Il tuo punto di vista mi � chiaro, se cos� posso dire :-)
(C'� un post molto bello di Randy su it.arti.scrivere: "Io ci penso", dove
si usa spesso questa espressione.)
Il mio punto di vista � in definitiva altrettanto semplice: io non "sono" un
peso ma *sono* una massa. Tutto qui.
E' appunto un fatto "filosofico" che si voglia distinguere fra ci� che una
cosa � in s� e mediante quali indici la si descrive.
Se la scelta della fisica - ma non mi � ben chiaro - � che ci� che una cosa
� in s� � inaccessibile, e che si possono solo individuare indici per
descrivere i fenomeni, e che a tali indici si assegna il nome si 'grandezze
fisiche', a me sta bene come scelta filosofica. Che conta � che sia una
scelta chiara, ma da quanto hai detto circa l'entalpia la scelta non mi
sembra cos� chiara neppure per la fisica.
Circa il suggerimento delle faq che hai dato a Elio Fabri, io in passato ho
visto un suo sito su cui davano appunto risposte a domande ricorrenti.
Ma ho anche detto un'altra cosa: che questo lavoro non pu� essere affidato
alla buona volont� di una persona.
Per scrivere una norma tecnica (es. i protocolli di rete) si segue una ben
precisa procedura passando attraverso commissioni via via pi� allargate fino
ad arrivare a formulazioni il pi� universalmente possibile accettate. Ed �
una necessit�, perch� nel mondo della tecnica sgarrare comporta danni e
costi; e quelle norme spesso diventano legge degli stati. Tuttavia � un
metodo eccellente, simile peraltro a quello che si usa per la legislazione.
Eccellente e difficile, come dicevo. Ma se ne sente la necessit� se non si
vuole che la fisica si ghettizzi dando l'idea di non volersi far capire.
Perci� parlavo di testi di riferimento a cura del CNR (i "reference book"
che si trovano nella letterautra scientifica e tecnica americana). E mi
viene in mente la bellissima collana dell'universit� di Losanna, interamente
coordinata da un comitato scientifico. O l'enciclopedia scientifica
bostoniana.
La levatura scientifica di un paese si misura anche da questo... oltre che
dall'output della sua ricerca.
Sono appunto "indici": la temperatura di una realt� culturale pi� o meno
"calda" in s� :-)
> ciao
> andre
>
> P.S. Ti avevo chiamato "qweffe", mi rendo conto solo ora che sei "queffe".
Niente di male, sono altri a battezzarmi queffe, essendo troppo difficile da
pronunciare il calviniano QfwfQ :-)
ciao
queffe
Received on Fri Apr 25 2003 - 21:28:48 CEST
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