Giorgio Pastore ha scritto:
> Elio, quando si parla di fisica mi sento in sintonia con il tuo modo di
> vedere le cose ma quando si tocca l' organizzazione universitaria e la
> riforma molto meno.
Niente di male: siamo qui per discutere...
Inoltre mi sono reso conto mentre scrivevo che non avevo saputo
spiegarmi bene.
Avevo scritto la frase finale per mettere a posto la coscienza, ma
ovviamente non bastava :)
> Attivita' produttive/servizi ad alto contenuto tecnologico richiedono
> maggiori conoscenze specifiche di quelle che puo' fornire un istituto
> tecnico ma minori di quelle necessarie ad un ricercatore.
Giusto ma vago. Maggiori conoscenze di che genere? Per esempio, a che
serve conoscere gli spazi di Hilbert? E si puo' parlare di conoscenza
quando questi concetti vengono proposti (stavo per scrivere "propinati")
a studenti certamente ancora non abbastanza maturi per capirli?
>> Perche' alla fine dei conti, il problema e' questo: che genere di figura
>> professionale si vuole far venire fuori? Per fare che?
> Evidentemente *non* far ricerca dopo una laurea triennale.
Pero' non mi dai una risposta...
> In parte quella che stai delineando e' la figura del tecnologo. Pero'
> non e' cosi' nera come la descrivi. Prova a parlare con tecnologi dell'
> INFN, per non dover fare troppa strada. Ci troverai molte persone
> estremamente capaci e appassionate di quello che fanno e non ciechi
> esecutori su tecnologie che non padroneggiano. Certo, non tutti sono al
> top... ma neanche tra i ricercatori o i docenti!
Non ne dubito, ma quelloche non miconvince e' che la formazione che
viene proposta possa servire a formare dei bravi "tecniologi" (che a
dire il vero non so esattamente che cosa siano...
Insomma, la mia critica e' che mi sembra non sia stato fatto uno sforzo
adeguato per capire come andava cambiato il contenuto e gli obiettivi
dell'istruzione nel primo triennio. Non che fosse facile, ma mi sembra
si sia solo scelto di sfrondare qua e la' i contenuti tradizionali,
anticipando pero' parecchie cose. Io non credo che possa funzionare, a
nessun fine.
Nota che io sto parlando di Pisa: non ho idea di che cosa e' stato fatto
in altre sedi. Puo' darsi che a Trieste abbiate lavorato meglio...
> Ma quando tutti saranno stati educati cosi', la *vera* ricerca chi sara'
> in grado di farla? Questo e' il mistero...
> Penso che sia sufficiente guardare fuori di Italia. La ricerca
> fondamentale (ma so se la chiamerei *vera*) in genere la fa chi
> continua con un PhD. Perche' da noi (e soprattutto con i livelli di
> investimento nell' educazione degli ultimi 40 anni) ci dovrebbe essere
> una situazione di eccellenza tale da permettere di avere ricercatori
> fatti e finiti dopo 4 ( o 5 o 7 o 8....) anni di laurea in fisica ?
Infatti non lo penso di certo... Ma temo che la debolezza delle basi
sara' uno handicap anche per i pochi eccellenti, a meno che non colmino
per proprio conto le lacune, ammesso che qualcuno li guidi e gli spieghi
dove e che cosa studiare.
Certo, qui abbiamo la Normale...
> Io trovo che il vecchio sistema era semplicemente insostenibile in
> termini di costi/benefici. Il nuovo non e' automaticamente migliore ma
> lavorare per renderlo tale mi sembra piu' proficuo che mitizzare il
> passato.
Mi dispiace di averti dato questa impressione. Non lo mitizzo, ma ho
l'impressione che la partenza di un nuovo sistema non sia stata buona.
Si potra' migliorarlo? Vedremo. O meglio, io potro' vedere ben poco,
purtroppo.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Sun Mar 23 2003 - 20:47:35 CET
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