Re: un libro scolastico di fisica semplice ma non semplicistico

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 18 Mar 2003 20:30:19 +0100

roberto ha scritto:
> Mi sono spiegato male, non mi passa per niente nel cervello di
> introdurre i concetti di fisica attraverso l'analisi matematica.
> Dicevo che il naturale linguaggio con cui i concetti dell'analisi (in
> particolare velocita', accelerazione, ecc..) richiederebbe il concetto
> di limite perche' facciamo i salti mortali a spiegare che al
> limite...due punti si sovrappongono senza sovrapporsi (vedi la
> velocita' vettoriale istantanea), alla fine ti riduci a dire..credici
> c'e' un vettorino tangente alla traiettoria con modulo pari alla
> velocita' che si legge sul tachimetro (di una ipotetica macchina che si
> muove sulla traiettoria considerata e si trova in quel punto) e con
> verso concorde con quello con cui la macchina percorre la traiettoria.
Ora ho capito. Infatti la meccanica e' difficile per una terza, mi pare
di averlo gia' scritto.

> Il problema e' che io non mi vergogno a fare questi discorsi euristici
> (se funzionano) ma il testo spesso con la sua formalita' crea un
> diaframma tra la spiegazione ch usa un linguaggio intuitivo e testo
> che usa un linguaggio formale. Si crea cosi' la convinzione che basta
> prendere gli appunti e non si legge piu' il libro di testo!
Non tutti i testi sono uguali: se un testo pretende di essere "formale"
col risultato di diventare incomprensibile, mandalo pure a quel paese.

L'accenno che hai fatto alla vel. istantanea vettoriale mi fa pensare
che tu cerchi di presentare il moto generico su traiettoria curvilinea,
ma forse sbaglio.
Dico questo perche' nella situazione di un orario tradizionale (2+3+3 se
ricordo bene) non si possono fare miracoli, e credo che la meccanica
vada ridotta all'osso. Ci sono concetti essnziali, come l'energia, che
non debbono essere sacrificati, ma forse la dinamica occorre ridurla al
caso rettilineo.
Lo so che in questo modo si perde tutto il sapore della sintesi
newtoniana, ma tanto credo non ci sia niente da fare. Oltretutto, oggi
non ci sono neppure strumenti "deterrenti", come rimandare a ottobre:
percio' se un ragazzo non capisce (o anche semplicemente se non ha
voglia, ma le due cose sono connesse) "stacca" e buonanotte. E non puoi
farci niente.
Quindi meglio dedicarsi a della fisica piu' ... fisica, dove il peso
della matematica sia meno forte.
Per caso, in questi giorni sto proprio scrivendo un articolo sul perche'
la fisica viene spesso vista come una specie di matematica applicata.
Non vorrei essere frainteso: se c'e' una cosa che non sopporto e' la
fisica ridotta a chiacchiere. Ma per evitare questo ci sono altri modi:
discutere problemi *realistici*, cioe' che abbiano agganci con la
realta'; studiare fenomeni del mondo comune, mostrando come sia
necessaria una discussione quantitativa per capire certi aspetti...

Comunque se frequenterai la mailing list che ti ho indicato, vedrai
accese discussioni su tutti questi problemi, sempre con agganci concreti
alla pratica dell'insegnamento.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Tue Mar 18 2003 - 20:30:19 CET

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