Re: concetto di massa da libro di testo

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Wed, 16 Jun 2021 10:41:08 +0200

Carlo Studente ha scritto:
> Accidenti, pensavo di dire che le cose stanno così mica di doverlo
> dimostrare, è scritto su tutti i libri!
Ahi ahi, codesto è catechismo, non fisica :-)
Intendiamoci, che ci saranno per forza casi in cui i ragazzi dovranno
credere che le cose stanno in un certo modo perché glielo dici tu o il
libro, in un mondo reale si deve accettare.
Ma non come metodo generale.
Anzi: dovresti proprio abituare i ragazzi a chiedersi
"Come facciamo a dirlo?"
"Da dove viene fuori?"
e altre domande consimili.

> Comunque, porto in montagna il corpo X, la bilancia a bracci uguali
> e i campioni di misura, faccio la misura e trovo che la massa di X è
> la stessa.
Non insisto perché è gia intervenuto Alberto.
Anche se il suo metodo ha un difetto: richiede la dinamica.
Ma non posso intervenire su tutto, altrimenti non arrivo più dove mi
preme arrivare...

> Certo: la diminuzione del peso si dovrebbe vedere appendendo il
> corpo ad un dinamometro (=bilancia a molla) sufficientemente
> sensibile.
Davvero molto sensibile :-)

> E no! Nel salto Fosbury il baricentro dell'atleta passa SOTTO
> l'asticella.
Già, non ci avevo pensato: il corpo è molto arcuato all'indietro.
Anche se non sono sicuro che sia proprio come dici.
Mica facile fare delle misure!

> Ma non cambia la sostanza: l'effetto altitudine sul salto
> in alto *è inosservabile*.
Anzi va a mio vantaggio, perché non debbo più aggiungere i 10 cm
(magari togliere qualcosa).

Non dico niente sul salto in lungo, perché le ipotesi che fai sono
chiare e il conto mi pare giusto.
Non sono così sicuro che si possa usare la gittata, ma non insisto.

> Non so se ho fatto i conti giusti, li rivedrò con calma, comunque mi
> si è aperto un mondo. Un esempio come questo non mi era mai stato
> fatto, lo trovo bellissimo, e dire che lo avevo "sotto gli occhi" ogni
> giorno.
Normale.

> Devo trovare un libro di fisica applicata allo sport, a scienze
> motorie sicuramente lo avranno! Sto pensando a quello che sento
> all'uscita della curva dei 200 m, è come se per un istante fossi
> proiettato in avanti... ma non divaghiamo.
Però debbo purtroppo raffreddare il tuo entusiasmo.
Temo che in quei libri troverai parecchi errori, veri e propri
sfondoni, schematizzazioni arbitrarie...

La fisica applicata allo sport è materia *molto* difficile.
La meccanica (e non solo) bisogna conoscerla molto bene.
Spesso si tratta di dinamica di corpi rigidi (già una materia
parecchio scivolosa) e in molti casi non sono neppure rigidi.
Per es. bici e moto sono piene di trappole.
Perfino capire la dinamica dell'automobile su traiettoria rettilinea è
complicato, a partire dalla prima domanda:
"Un'auto accelera partendo da fermo. Qual è la forza che la fa
accelerare?"

Secondo me nel biennio bisogna andare coi piedi di piombo, abituando
prima di tutto i ragazzi ad analizzare e rappresentare correttamente i
problemi più semplici.
Per es., visto che abbiamo parlato di Mennea.
Prendiamo i suoi migliori risultati sui 100 e sui 200 metri.
Come si spiega che il tempo sui 200 è minore del doppio di quello sui
100?
Oppure, lasciando da parte Mennea (ma non sarebbe male guardare i dati
storici, e vedere quanto ha resistito il suo record sui 200) fare la
stessa domanda per i record mondiali di oggi: sui 100, 200, 400.

Nota bene: lo scopo della domanda non è di avere risposte a
chiacchiere, ma di ricavarne spunti per concetti quale accelerazione,
velocità, istantanea.
Inoltre si tratta di problemi nei quali una rappresentazione grafica è
preziosa.
Quindi insegnare ai ragazzi almeno i grafici s-t, v-t e la loro
relazione, disegnando quei grafici per le corse che ho detto: 100,
200, 400.

Naturalmente non abbiamo i dati intermedi: spazio percorso o velocità
raggiunta dopo 1 secondo, dopo 2, ecc.
Ma si possono fare ipotesi (coi ragazzi, anche diverse tra loro) e
tradurle in grafici.
Come ho già detto, un primo sottoprodotto di quest'attività sarebbe la
definizione (la scoperta) dei concetti di velocità media e istantanea,
accel. media e istantanea.
*Non definite in astratto*, senza motivazione. Ma proprio perché
nascono dalla discussione.
Per es. non c'è dubbio che qualunque ragazzo/a abbia il concetto di
velocità istantanea: bisogna tirarglielo fuori (ars maieutica, diceva
Socrate; veramente l'avrà detto in greco, ma io l'ho sempre sentito in
latino :-) ).

Forse hai cominciato a capire che organizzare una lezione in questo
modo non è per niente facile, e non si può improvvisare.
Bisogna lasciare libertà ai ragazzi, ma non troppa: si deve avere
chiaro in mente un obiettivo, e raddrizzare la rotta quando devia
troppo.
Ma al tempo stesso essere pronti a cogliere ogni occasione per
sottolineare una novità importante, magari per rimandarla a un'altra
occasione.
Perché i ragazzi mica sanno che "questa è cinematica", la dinamica è
un altro capitolo: sicuramente mescoleranno tutto...

Sarebbe bello se potessi darti esempi concreti da cui prendere
ispirazione...
In realtà qualcosa mi viene in mente, anche se a prima vista c'entra
poco: altra epoca, altra scuola.

Mario Lodi: "Il paese sbagliato" (Einaudi).

Mario Lodi è stato un maestro elementare, attivo in una scuola di
campagna della provincia di Cremona, negli anni '60 e seguenti.
Un innovatore, forse poco seguito e oggi - sembra - dimenticato.
Però ho visto che Einaudi l'ha ancora in catalogo e lo puoi trovare in
tutte le librerie online.
Il che forse vuol dire che sbaglio? qualcuno lo ricorda ancora?

Nel caso ti piacesse saperne di più prima di decidere l'acquisto, ne
ho parlato in
http://www.sagredo.eu/candela/candel45.pdf
da pag. 5 in poi.

Comunque non sarà semplice, anche perché temo che una buona parte dei
ragazzi saranno a mal partito quando gli chiederai fare grafici "a
mano".
Dovrei forse spiegare meglio che cosa ho in mente, come imposterei
quest'attività sui record di corsa, ma finisce sempre che scrivo
troppo, ci metto tempo e alla fine debbo concludere e spedire...

--
Elio Fabri
Received on Wed Jun 16 2021 - 10:41:08 CEST

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