Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
>Il fatto che si produca una scintilla a una certa distanza, dipende
>dalla d.d.p., non dalla carica. L'entita' della scossa che sento,
>invece, dipende dalla carica.
Ok, tramite Q=C*V , giusto?
>Cioe' dici che secondo quello AR se la d.d.p. fosse maggiore la scarica
>non si vedrebbe?
>...
>Direi anch'io. Ma sei sicuro di aver interpretato bene?
Eh si', c'e' scritto proprio cosi'.
Se il tuo indirizzo email e' valido, hai appena ricevuto il documento a
cui mi riferisco, vedi pg.2
>Qui non sono d'accordo. Pensa alle "scintille" che puoi ottenere
>cortocircuitando una batteria d'automobile. Dove la vedi l'induttanza?
>Secondo me le "scintille" di cui parli sono in realta' archi.
Ok, capito.
Diciamo che comunque l'effetto induttivo c'e' anch'esso, non so' quale
dei 2 prevalga.
Tanto per intenderci, le scintille in fase di rilascio si hanno anche in
presenza di correnti abbastanza piccole.
>di resistenza provoca un riscaldamento locale, con emissione di
>elettroni e ioni che rendono conduttore lo straterello di aria appena il
>contatto s'interrompe.
Ok, pero' le scintille ci sono anche quando si da' vita al contatto.
In questo caso non riesco a riconoscere nessuno dei 2 effetti ai quali
facciamo riferimento, a meno che mentre si appoggia il contatto non ci
sia un microsfregamento che genera l'effetto che dici tu.
PS: Grazie del tuo parere, finora nessuno aveva detto la sua riguardo a
questo argomento!
--
Per rispondermi via email sostituisci il risultato
dell'operazione (in lettere) dall'indirizzo
Received on Fri Mar 07 2003 - 20:40:35 CET