Salve Paolo <paolo.cavallo_at_iperbole.bologna.it>,
hai scritto nel messaggio:
> Perche' e' vero, in un certo senso. Ancora adesso faccio fatica a usare
> il volume di meccanica quantistica per fare le stesse cose che gli altri
> testi fanno nel capitolo 2. E lo studente medio dell'elettromagnetismo
> (diciamo Fisica 2) non conosce la meta' della fisica che Feynman presenta
> e discute.
Scusami, ma mi spiegheresti meglio questa cosa: non l'ho capita (colpa mia
:-)
> Feynman e' un grande insegnante, riesce a darti la fiducia di poter
> capire anche le cose piu' difficili, spreme da te il meglio. Ma, appunto,
> ti spreme. Quello che hanno scritto gli altri in risposta al tuo mail e'
> molto giusto.
Hai perfettamnete ragone. Io credo IMHO che uno che non abbia la quotidiana
dimestichezza con un certo formalismo matematico
possa trovarsi a disagio ad imparare la fisica con il *solo* ausilio di
complessi formalismi. Io, poi, che non sono un fisico,
non ho neppure questa grandissima voglia di improvvisarmi matematico, in
quanto ci� di cui ho bisogno � di una
matematica "strumentale" alla fisica. So che questo far� irritare i
matematici, ma non si pu� essere *tutto* nella vita e non per
questo ci si deve precludere la possibilit� di "usare" le conoscenze altrui
a fini utili ai nostri. Non credo che tutti i fisici debbano
essere matematici: o mi sbaglio? Proprio Feynman dice di come ai fisici
importi pi� il risultato di un fatto matematico che la sua dimostrazione
(Capitolo "Algebra"),
mentre ai matematici interessi pi� spesso l'opposto. Io sono molto
affascinato dalla matematia, ma non mi sognerei di studiarmi tutte le
dimostrazioni dei teoremi
studiati nell'esame di analisi solo perch� ho bisogno di applicarne
qualcuno. Insomma: non ricordo quasi nessuna delle dimostrazioni dei teoremi
sul calcolo
differenziale ed integrale, ma quando ho davanti una derivata o una eq.
differenziale, credo di sapere (+o-) sia come risolvela che, cosa pi�
importante,
cosa significhi esattamente. Quindi, per tornare al nostro discorso, il
Feynman ha la capacit� di discutrere "verbalmente" molte cose che molti
altri sintetizzano
nel sintetico linguaggio dell matematica Il Feynman per� non fa
divulgazione, non risparmia formule e leggi rigorosamente esposte, ma le
commenta in modo da
non scandalizzare chi voglia avvicinarsi alla fisica ma che sia pi� abituato
a parlare l'italiano che la matematica. E riguardo alla profondit� dei
concetti
che Feynman esprime, io IMHO non credo che potessero essere espressi cos�
chiaramente con meno parole di quelle che egli usa: il rigore matematico a
volte
ha i limite della flessibilit� e cmq credo che non tutto ci� che si pu� dire
a parole si possa scrivere in formule, mentre � invece sempre vero il
contrario.
Spero vorrai, sia tu che gli altri (se � lecito vorrei chiedere anche
l'opinione di Elio Fabri) rispondere a queste mie osservazioni e dirmi se
sbaglio e dove.
Grazie di cuore a tutti: siete stati gentilissimi
(ed io che studiando il Feynman pensavo di essermi "accontentato" di
un'opera non rigorosa come il silvestrini...che mi scandalizza
letteralmente)
> Buona lettura!
Grazie
Received on Sat Mar 01 2003 - 13:42:28 CET
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