Re: QED e le freccette di Feynman
[luciano buggio:]
>In chiusura del 2 capitolo sarebbe stato nello stile brillante e
>discorsivo di Feynman, se lo scopo di questa rivelazione fosse
>effettuvamente quello di mettere a posto l'imbarazzante questione che ho
>posto, un attacco del genere:"Vi chiederete come cavolo fa un fotone a
>rimbalzare su una ideale interfaccia quando proviene dal mezzo e sta per
>uscire: su che cosa urta? Mo' ve lo spiego ne capitolo 3".
> Ma non lo fa: la domanda � forse troppo intrigante [...]
Scusa, non capisco cosa non ti quadra. Il capitolo 3 spiega
il meccanismo di base. Spiega che le superfici sono
fisicamente irrilevanti, sono solo gli estremi di un
integrale. Tanto per capirci: se usi il metodo semplificato
iniziale, quello delle superfici, per calcolare cosa accade
alla luce che attraversa una lastra di vetro di un certo
spessore L, ottieni un certo risultato. Se adesso immagini
che la lastra sia fatta di due lastre spesse L/2 a stretto
contatto con un'intercapedine di aria di spessore
trascurabile o addirittura nullo e rifai i calcoli con queste
quattro superfici, ottieni lo stesso risultato di prima; il
metodo delle superfici e` puramente un metodo per calcolare
l'effetto complessivo di un certo spessore di vetro, non
richiede che quelle superfici esistano *davvero*, cioe` che
in quel punto ci sia davvero un'interfaccia tra mezzi
diversi; sono solo gli estremi tra cui integrare.
>Ma supponiamo allora che il suo "scattering" totale nel corpo del vetro
>funzioni. e che sia questo il modello per spiegare la riflessione
>speculare: non avviene cio� in interazione solo con la superficie, ma ha
>bisogno di uno spessore, e, pare, anche di *trasparenza* (i fotoni devono
>penetrare in profondit�).
Scrive Feynman: "Continuando a usare strati di vetro sempre
piu' spessi - siamo a circa 5 milionesimi di pollice adesso -
la quantita` di luce riflessa dalle due superfici raggiunge
un massimo del 16%, poi diminuisce..."
5*10^-6*2.54 cm = 127 nm, il che credo significhi un quarto
di lunghezza d'onda (mi tornerebbe). Per la cronaca, il
traduttore ha massacrato questa frase, convertendo (male) in
"due milionesimi di centimetro"; mi pareva strano che Feynman
avesse sbagliato il conto di cosi' tanto, poi mi e` venuta
l'idea di consultare l'originale in inglese, che per fortuna
ho. Peraltro, poco sotto, Feynman parla di piu' di 100
milioni di cicli equivalenti a uno spessore di 50 metri...
vabbe', nessuno e`�perfetto. :-)
Comunque, a parte i dettagli, stiamo parlando di una frazione
di lunghezza d'onda. Non e` necessario che i fotoni penetrino
a grandi profondita` per avere una riflessione.
>Allora questo modello deve andare bene anche per al riflessione metallica,
>sull'argento, per esempio.
>Vorrei farti una domanda.
>*Fino a quale profondit� penetrano i fotoni nel metallo riflettente perch�
>si possa avere riflessione, dato che il fenomeno non coinvolge solo atomi
>ed elettroni *di frontiera*? Io in un articolo su un quaderno de "Le
>Scienze "
Qualche quaderno ce l'ho, se mi dici titolo e pagina...
>ho trovato che i fotoni penetrano per la profondit� di mezza
>lunghezza d'onda della radiazione interessata:
>E' vero?
Primo, non lo so. Feynman nel libro fornisce solo i dati del
vetro. Non ho quelli per l'argento o materiali simili.
Immagino che ci sia un'onda evanescente che decade
esponenzialmente e che quindi la profondita` "massima" di
penetrazione non sia proprio molto ben definita, ma senza
dati non so che altro dire.
Secondo, hai gia` fatto la stessa domanda qui su isf tempo fa.
Non vedo lo scopo di continuare a riaprire vecchi thread se
non saltano fuori argomentazioni nuove. Io di certo non ne so
piu' di allora.
Ciao
Paolo Russo
Received on Sat Feb 15 2003 - 23:16:38 CET
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