Patrizio wrote:
...
> Supponiamo di prendere uno di questi cristalli e applichiamo forze di taglio
> inferiori (anche di poco) ad una soglia critica; dopo tolta la forza, esso
> dovrebbe riprendere la propria forma antecedente, indipendentemente dal
> tempo di applicazione della forza. Se, invece, la sogia viene superata, esso
> si spezza. (Per i Metalli, cio' avviene, di solito, dopo piegamento
> evidente,
> eventualmente ripetuto, tipico di un comp. pressoche' anelastico).
> D'altro canto, se prendiamo un "solido vetroso" e lo sottoponiamo ad analogo
> trattamento, esso, non essendo cosi' elastico, inizia, dapprima impercetti-
> bilmente, a cambiar forma; tale cambiamento e' cumulativo nel tempo, per
> cui,
> tolta la forza, il rilassamento avviene, ma e' insuff. a lo riportarlo alla
> sua forma originale.
Sulla fenomenologia dei materiali non sono abbastanza ferrato da saperti
dare una risposta :-( . Ho l' impressione di essere in buona compagnia,
almeno a giudicare dalle lunghe discussioni che ho letto a proposito di
un problema affine a quello che stai citando: la questione se "i vetri
delle cattedrali fluiscono nei secoli". Tempo fa c'e' stato un acceso
dibatito a riguardo sull' Am. J. of Physics e, esperti di materiali
vetrosi sembravano concordare sull' impossibilita' di osservare un
effetto per i vetri medioevali alle temperature ambiente.
Da teorico, ti posso dire che se interpretiamo il vetro come un liquido
arrestato in una configurazione metastabile, non e' sorprendente che a
seguito di sforzi esterni si possa indurre un rilassamento
"irreversibile". Tuttavia la stessa cosa si puo' dire per un solido in
presenza di difetti estesi: lo sforzo esterno puo' provocare migrazioni
dei difetti che inducono il comportamento plastico.
Giorgio
Received on Sat Feb 15 2003 - 00:38:08 CET
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