Re: E logico non fare ricerca?
Elio Fabri wrote:
...
> Domanda: in un Paese dove non esistesse piu' ricerca, chi formerebbe
> questo personale?
> Voglio dire: e' concepibile un'universita' in cui ci si limita a
> insegnare, senza che ci sia nessuno impegnato a pensare e creare
> qualcosa? Che razza di docenti si avrebbero?
> Del resto, non e' che manchino gia' esempi di situazioni del genere:
> basta solo pensarle diventate regola generale.
Concordo al 100% con quanto scrivi. Aggiungo un' osservazione personale.
Qui a Trieste c'e' il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP)
gestito dall' Unesco (con un generoso contributo del governo italiano).
La missione principale dell' ICTP e' di aiutare la formazione (anche
permanente) di fisici in paesi in via di sviluppo.
Il Dipartimento di fisica teorica in cui lavoro ha i suoi uffici in un'
ala dell' edificio del Centro. E' un ottimo osservatorio per capire
quali sono i problemi del fare scienza (e didattica) nei paesi in via di
sviluppo. A chiunque parli con giovani provenienti da asia, africa,
centro e sudamerica (nonche' da molti paesi dell' est europeo) appare
evidente l' importanza cruciale di avere un sistema di ricerca integrato
con l' istruzione superiore. Paesi che si limitano a "consumare" i
brevetti altrui non hanno alcuna capacita' di formare personale a
livelli decenti. Ci sono giovani che sarebbero a livello PhD nei loro
paesi che hanno buchi culturali a livello di base.
Se e' questo che vogliamo, se l' ideale di questo paese e' verso la
terzomondizzazione dell' istruzione superiore, la proposta di eliminare
la (costosa) ricerca e' ineccepibile. Pero' dovremmo valutare bene tutte
le conseguenze. Essere un paese "avanzato" o "sottosviluppato" non e'
una questione di latitudine e longitudine. Volendo si puo' sempre
decidere di imboccare la strada per il sottosviluppo. E' questa la
proposta ?
Giorgio
Received on Sun Feb 16 2003 - 00:05:37 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:10:31 CET