Re: shuttle e salvataggio.

From: Mino Saccone <mino.saccone.xspam_at_fastwebnet.it>
Date: Fri, 7 Feb 2003 22:10:13 +0100

"Andres" <andre1.2.3_at_libero.it> ha scritto nel messaggio
news:thS0a.145520$0v.4131950_at_news1.tin.it...
> E' una domanda forse stupida, ma la faccio lo stesso:
>
> assumiamo che l'equipaggio dello shuttle appena distrutto di fosse accorto
> con un buon anticipo dell'imminente tragidia. Assumiamo che si trovasse a
> 80/100 Km di altezza.
> Se avessero tutti avuto una tuta pressurizzata ad hoc (magari con un
sistema
> che variasse la pressione a seconda dell'altezza), con un buon paracadute
> alle spalle, quali problemi avrebbero potuto avere, buttandosi da
> quell'altezza per salvarsi?
>
> Sarebbe una soluzione impraticabile? Perch� non � previsto qualcosa di
> simile come sistema di sicurezza?


Non ti sara' sfuggito che lo shuttle, come del resto tutte le capsule
spaziali, per il loro rientro nell'atmosfera, sono corredate di uno scudo
termico, anzi una delle ipotesi di guasto che ha determinato la catastrofe
e' proprio quella di una rottura o perdita di alcune mattonelle dello scudo.
Ti immagini un umano rivestito della sola tuta che resista a migliaia di
gradi?

Se non bastasse la temperatura, prova a calcolare anche solo come ordine di
grandezza l'accelerazione a cui sarebbe sottoposto un essere umano che
entrasse senza la dovuta forma e angolazione negli strati superiori
dell'atmosfera a circa 20000 (ventimila) chilometri orari e di conseguenza
gli sforzi immani a cui sarebbe soggetta ogni parte del suo corpo.

In altre parole il poveretto in una frazione di secondo si romperebbe in
mille pezzi o raggiungerebbe temperature da altoforno e oltre. Non ti so
dire quale dei due fenomeni lo ucciderebbe prima.

Ti assicuro che l'ultimo dei problemi sarebbe quello di mantenere una
pressione sopportabile all'interno della tuta.

Saluti

Mino Saccone
Received on Fri Feb 07 2003 - 22:10:13 CET

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