Il 22 Gen 2003, 22:08, stefjnoskynov <fedelenews_at_supereva.it> ha scritto:
.......
> > E quale sarebbe questa nuova definizione operativa?
> effettuare l'operazione di confronto tra l'intervallo di tempo scelto
> come campione e l'intervallo di tempo che si vuole misurare tenendo per�
> in considerazione che se i due fenomeni che scandiscono i tempi avvengono
> in diverse posizioni spaziali o ancor pi� in posizioni che variano nel
> tempo con velocit� prossime a quella della luce allora bisogna tener
> conto dei dovuti ritardi della luce.
> Ti sembrano tanto stravaganti queste parole?
Non e' questione di stravaganza o meno, ma tieni presente che il tempo lo
puoi misurare *soltanto se* l'orologio e' vicino all'evento osservato, per
questo in un post precedente parlavo della procedura di sincronizzazione
degli orologi all'interno del sistema di riferimento: quindi *non* devi
tenere conto di alcun ritardo della luce perche' come detto l'orologio
*deve* essere nelle vicinanze dell'evento.
...........
> Mi sembra che la questione della differenza tra tempo locale e tempo
> assoluto sia almeno quella assodata, mi sembra che almeno su questo siamo
> d'accordo, la questione che non ci torna si potrebbe girare in quest
> altro modo: Qual'� la definizione che bisogna dare ad una grandezza
> fisica? In base a tale definizione il tempo relativistico � o non � una
> grandezza fisica diversa rispetto al tempo classico?
Assolutamente no.La differenza con la fisica classica semmai e' che il tempo
non essendo piu' assoluto, cioe' valido per *tutti* gli osservatori, non e'
indipendente dallo spazio e quindi lo puoi considerare come una "quarta"
dimensione dello spazio-tempo. Ma per il resto lo misuri esattamente allo
stesso modo di quanto sei abituato a fare, e cosi' e' anche per lo spazio
ovviamente.
>
> ma ogni
> > osservatore nel *suo* sistema utilizza la medesima procedura operativa
per
> > misurarlo, altrimenti come farebbe a confrontare il proprio risultato
con
> > gli altri ?
> non ho detto che in sistemi di riferimento diversi due osservatori
> misurano il tempo in maniera diversa, ho detto invece che in un sistema
> di riferimento un osservatore deve seguire una data procedura per
> misurare il suo tempo con il suo orologio e deve seguire una procedura
> pi� complicata per misurare il suo tempo con l'orologio del suo compagno
> osservatore in un altro sist. di riferimento
Non puo' farlo! Potrebbe solamente confrontare un proprio orologio con
quello spazialmente vicino dell'altro riferimento e trovera' che i due
misurano tempi diversi.
> > Pensa al cosiddetto "paradosso" dei gemelli che paradosso non e' affatto
in
> > realta'; questo paradosso mostra che gli effetti di dilatazione del
tempo
> > sono reali, misurabili con le *stesse procedure operative*.
> una curiosit� in merito:
> Un gemello parte, si fa il suo giretto a velocit� prossime a quella della
> luce e ringiovanisce :-), poi torna indietro e va a riabracciare il suo
> vecchio gemello, cosa succede al momento in cui si rincontrano? Succede
> che si rincontreranno che avranno la stessa et�, giusto?
No quello che ha lasciato la Terra e' realmente piu' giovane! e tale rimane.
Ciao.
Riccardo
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Received on Thu Jan 23 2003 - 14:21:35 CET