(wrong string) � nella comprensione della relativit�

From: stefjnoskynov <fedelenews_at_supereva.it>
Date: Fri, 24 Jan 2003 10:43:17 GMT

In article <2351.152T1735T13605068paolrus_at_libero.it>, paolrus_at_libero.it
says...
> [stefjnoskynov:]
> >ne ho sentito parlare ma non so di cosa si tratta. [...]
> >Mi descrivi brevemente questo effetto? grazie.
>
> In effetti anch'io ne ho solo sentito parlare, in questi
> termini: quando una particella molto veloce passa attraverso
> una sostanza trasparente il cui indice di rifrazione e` tale
> che la luce in quel mezzo e` piu' lenta della particella in
> questione, si verifica un'emissione di luce; non conosco il
> meccanismo di quest'emissione.
>
> >Non so cosa succede in questo caso ma in linea di principio il motivo per
> >cui niente supera la velocit� della luce nell'universo � semplice:
> >se devo fare uso di un mezzo pi� lento dell'oggetto stesso per percepirlo
> >questo mezzo non arriver� mai all'oggetto in studio e tanto meno torner�
> >indietro.
>
> Non ne sarei tanto sicuro. Intanto quello che dici sarebbe
> vero solo se ti limitassi a inviargli luce "nella schiena";
> se invece gliela mandi contro da altre direzioni, ad esempio
> da davanti,
e cosa vedrei la sua ombra?

 il problema non si pone. Poi ci possono essere
> metodi indiretti per accorgersi dell'esistenza di corpi piu'
> veloci della luce... non farebbero proprio nessun danno
> urtando qualcosa?
cos'� fisica delle partcille? Ho letto qualcosa secondo cui materia ed
antimateria urtando a velocit� prossime a quella della luce danno origine
a energia, ma questo � un argomento ancora molto lontano dalle mie
conoscienze
>
> >Se tu leggi un qualsiasi libro che spiega la relativit� ti accorgi che
> >per arrivare al concetto di dilatazione spazio-temporale il libro espone
> >una nuova procedura per definire un orologio e quindi il tempo. [...]
>
> Francamente non mi sembra.
>
> >La terra non � una grandezza fisica
>
> OK, era solo un paragone.
>
> >Soffermiamoci su questo fatto delle definizioni operative delle grandezze
> >fisiche e poi arriverai a capire quello che volevo dire io in merito
> >all'esempio del suono (giusto o sbagliato che sia). Ti garba l'idea che
> >una grandezza fisica � definita dalla sua definizione operativa
>
> Si', fin qui ti seguo.
>
> >ed
> >Einstein ha definito una NUOVA grandezza fisica (sulla base di una nuova
> >definizione operativa) e l'ha chiamata tempo relativistico?
>
> Qui non ti seguo piu'. Forse e` meglio andare al sodo: mi
> faresti un esempio concreto di definizione di tempo classico
> e una di tempo relativistico?
Sinceramente comincio ad essere un p� meno convinto delle mie idee,
comunque quel che pensavo io era che il fatto di dover utilizzare un
orologio vicino per determinare il tempo (o al max un orologio lontano in
quiete o in moto che sia e poi fare dei conti a tavolino) io la vedevo (o
la vedo) come una diversit� nella procedur� operativa dell'acquisizione
del dato tempo rispetto a quanto si faceva precedentemente. Cos� se la
procedura operativa ideale � diversa per determinare la grandezza fisica
allora sar� anche la grandezza fisica stessa diversa appunto perch� essa
� basata sulla sua stessa definizione operativa.

Fare un esempio di tempo classico e relativistico? B�, innanzi tutto per
grandi distanze e grandi velocit� ci si accorge che non ha senzo parlare
di tempo classico appunto perch� non c'� un supervisore universale dotato
di un mezzo infinitamente veloce con il quale pu� osservare tutto
l'universo istante dopo istante. Bisogna abbandonare la concezione
classica di universo come una scatola nera con tanta materia dentro in
cui gli uomini si divertono a capire come si muove questa materia e a
dedurre quello che far� in futuro.
Il tempo classico ha quindi una ragione di esistere solo per piccole
distanze e piccole velocit�, il tempo relativistico invece ha ragione di
esistere per ogni distanza ed ogni velocit� al di sotto di quella della
luce.

 Cosi' forse capiro` di quale
> differenza stai parlando. A me pare soltanto che, rispetto al
> tempo classico, in quello relativistico si lasci cadere
> l'indipendenza dal sistema di riferimento, ma che la
> procedura di misura nell'ambito del singolo riferimento
> inerziale sia la stessa.
B� si, se consideriamo la deduzione del tempo rispetto al mio sistema di
riferimento attraverso un fenomeno lontano o ad una certa velocit� non
una misura ma una sequenza di misura-->calcolo matematico--
>deduzione del valore del proprio tempo allora non c'� differenza in
linea di procedura tra tempo classico e tempo relativistico.
>
> Ciao
> Paolo Russo
>

-- 
<<<stefjnoskynov reminds to alls: death to the spam and to all 
spammers!>>>
Received on Fri Jan 24 2003 - 11:43:17 CET

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