(wrong string) � nella comprensione della relativit�

From: Paolo Russo <paolrus_at_libero.it>
Date: Wed, 22 Jan 2003 21:49:47 GMT

[stefjnoskynov:]
>ne ho sentito parlare ma non so di cosa si tratta. [...]
>Mi descrivi brevemente questo effetto? grazie.

In effetti anch'io ne ho solo sentito parlare, in questi
termini: quando una particella molto veloce passa attraverso
una sostanza trasparente il cui indice di rifrazione e` tale
che la luce in quel mezzo e` piu' lenta della particella in
questione, si verifica un'emissione di luce; non conosco il
meccanismo di quest'emissione.

>Non so cosa succede in questo caso ma in linea di principio il motivo per
>cui niente supera la velocit� della luce nell'universo � semplice:
>se devo fare uso di un mezzo pi� lento dell'oggetto stesso per percepirlo
>questo mezzo non arriver� mai all'oggetto in studio e tanto meno torner�
>indietro.

Non ne sarei tanto sicuro. Intanto quello che dici sarebbe
vero solo se ti limitassi a inviargli luce "nella schiena";
se invece gliela mandi contro da altre direzioni, ad esempio
da davanti, il problema non si pone. Poi ci possono essere
metodi indiretti per accorgersi dell'esistenza di corpi piu'
veloci della luce... non farebbero proprio nessun danno
urtando qualcosa?

>Se tu leggi un qualsiasi libro che spiega la relativit� ti accorgi che
>per arrivare al concetto di dilatazione spazio-temporale il libro espone
>una nuova procedura per definire un orologio e quindi il tempo. [...]

Francamente non mi sembra.

>La terra non � una grandezza fisica

OK, era solo un paragone.

>Soffermiamoci su questo fatto delle definizioni operative delle grandezze
>fisiche e poi arriverai a capire quello che volevo dire io in merito
>all'esempio del suono (giusto o sbagliato che sia). Ti garba l'idea che
>una grandezza fisica � definita dalla sua definizione operativa

Si', fin qui ti seguo.

>ed
>Einstein ha definito una NUOVA grandezza fisica (sulla base di una nuova
>definizione operativa) e l'ha chiamata tempo relativistico?

Qui non ti seguo piu'. Forse e` meglio andare al sodo: mi
faresti un esempio concreto di definizione di tempo classico
e una di tempo relativistico? Cosi' forse capiro` di quale
differenza stai parlando. A me pare soltanto che, rispetto al
tempo classico, in quello relativistico si lasci cadere
l'indipendenza dal sistema di riferimento, ma che la
procedura di misura nell'ambito del singolo riferimento
inerziale sia la stessa.

Ciao
Paolo Russo
Received on Wed Jan 22 2003 - 22:49:47 CET

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