Aleph ha scritto:
> Non basta.
> Bisogna conoscere anche il valore di altri parametri, segnatamente
> il parametro di densit� complessivo Omega e i contributi parziali
> delle singole forme di materia-energia che lo costituiscono.
Mi era evidente gia' a occhio, ma ho controllato.
L'OP si riferisce, senza citarlo chiaramente, a un mio post del
9-10-2002 su isa e isf.
Prima delle frasi che cita, in quel post avevo scritto:
> Prima di tutto, debbo fissare il modello cosmologico in cui mi muovo,
> Assumo un universo omogeneo e isotropo, e a sezioni spaziali piatte
> (curvatura nulla). Chi vuole capire un pochino di piu', guardi
> http://www.df.unipi.it/~fabri/divulgazione/cosmol0.htm
>
> La scelta delle sezioni piatte ha due motivi:
> 1) sembra in accordo con le osservazioni
> 2) (piu' importante ora) rende i conti molto molto piu' semplici.
>
> Dimenticavo: niente termine cosmologico (sempre per semplificare) e
> non mi curo dell'inflazione, che comunque avra' influenzato
> l'evoluzione dell'Universo per un tempo brevissimo, in cui le
> dimensioni (v. dopo) restano piccolissime, altro che miliardi di anni
> luce!
Aggiungo ora lo spirito con cui avevo scritto quel lungo post.
Era apertamente didattico, e mirato *solo* a chiarire le questioni che
vengono ripetutamente riproposte in materia di modelli cosmologici:
- che cosa vuol dire espansione?
- e' possibile avere una velocita' di espansione superiore a c?
- come si possono calcolare redshift, velocita' relativa di due
oggetti, loro distanze ai diversi tempi?
Per questo motivo avevo scelto un modello senza pretesa di essere
realistico, ma che consentisse calcoli elementari.
> Nel modello di Einstein-de Sitter (privo di costante cosmologica e con
> Omega_o =1) il dato fornito sopra per la distanza attuale "propria"
> (proper distance) � corretto, ma non viene spiegato come ottenerlo:
> c'� di mezzo un integrale sull'elemento di distanza c*dt riscalato per
> un fattore che tiene conto dell'espansione cosmologica intervenuta tra
> i redshift ze = 4 (corrispondente al tempo dell'emissione) e z = 0
> (corrispondente al tempo presente).
Non so perche' dici questo: la spiegazione c'e', anche se non
completa: non viene giustificata solo la relazione fra z e a(t).
>> Ma come viene fuori quel 9,8 miliardi di anni dal big bang ?
> Come differenza tra l'et� attuale dell'Universo fornita dal modello
> (circa 10,02 m.a.) e l'et� dell'Universo quando part� la luce (circa
> 0,896 m.a.) che oggi riceviamo con redshift z = 4.
Ma perche' fai quella differenza? Si chiedeva tr.
>> Se H = 65 km/secMpc e tr e' un tempo misurato in secondi o anni ,
>> dove vanno a finire i km*Mpc ? E poi 2 /(3 x 65 km/secMpc) , non da
>> 2/195 km/secMpc ? = 0,01
>> Come e' che viene 9,8 miliardi di anni ?
> Questo � banale, si tratta di una semplice equivalenza: mettiti (ad
> esempio) nel sistema cgs, sostituisci ai km e ai Mpc i loro valori in
> cm e vedrai che H � espressa in s^-1 (inverso di un tempo). Nella
> fattispecie del valore della costante di Hubble che hai ripoprtato
> viene fuori che
>
> Ho = 2,11*10^[-18] s^-1 .
A quanto pare non ti sei accorto che l'OP e' proprio in difficolta' in
questa banale equivalenza...
Ora provo a spiegargliela cosi'.
Prima di tutto cambiamo le unita' per H.
H = (65 km/s)/(10^6 pc) = (65 km/s)/(3.26x10^6 al) (65 km/s)/(3.26 anni x 3x10^5 km/s) = (65 / 9.78x10^5) anni^(-1).
Ora calcoliamo 2/(3H):
2/(3H) = (2/3)x(9.78x10^5/65) anni = (6.52x10^5 / 65) anni.
--
Elio Fabri
Perche' tu devi pur sapere, aggiunse, mio ottimo Critone, che parlare
scorrettamente non solo e' cosa brutta per se medesima, ma anche fa
male all'anima.
Received on Thu Dec 30 2010 - 21:38:24 CET