Il 11/08/21 20:28, Alberto Rasà ha scritto:
> Il giorno mercoledì 11 agosto 2021 alle 18:24:02 UTC+2 Soviet_Mario ha scritto:
> ... .
>> sì ma non capisco la ragione per cui sia errato ...
>>
> Tu hai scritto (devo sintetizzare per via del rbmd = robomoderatore):
>
> <<... comporterebbe che, se almeno una (anzi una sola, esattamente F_lat) delle due forze dovesse superare la resistenza alla deformazione plastica per compressione del
> materiale (anisotropo o meno... >>
> Ti chiedo di definire con un'equazione, e non in termini più o meno intuitivi, il termine "resistenza a deformazione plastica"
> e di fare un *semplice* esempio (no cilindri, solo piccoli elementi ∆S di superficie oppure cavi in trazione, tanto per fare un esempio).
> Senza una tale definizione *non potrai mai* capire. Le definizioni *sono fondamentali* in fisica.
Alberto, non te lo so spiegare in modo quantitativo, ma solo
farti qualche esempio per tentare di vedere se intuisci quel
che voglio dire.
Mi riferisco sempre al cilindro alto e magro.
Premessa : sappiamo che le piramidi egizie sono in piedi da
mila anni, e probabilmente, anche incassando eventuali
scosse, saranno ancora in piedi quando tutti i grattacieli
costruiti negli ultimi due secoli saranno già caduti.
Ammettendo che siano fatte di blocchi isotropi allettati con
una malta (non è così, ma ammettiamolo) della stessa
resistenza dei blocchi.
Bene, ad ogni altezza diversa, ogni strato sopporta la
pressione provocata dal peso degli strati SOPRASTANTI al
livello in esame.
Più si va verso il livello 0 metri slm, più aumenta il
carico portato. Ma, anche se non alla stessa velocità,
aumenta anche la superficie di appoggio.
È più facile pensare a un cono liscio che non fa salti
discreti : si può fare un cono più alto di un cilindro
proprio perché ha una robustezza "geometricamente" crescente
verso la base, causata dall'aumento di sezione, laddove il
materiale è più sollecitato.
(In realtà avevo visto da qualche parte che la struttura
ideale per arrivare più in alto a pari materiale non è un
cono, che ha un gradiente lineare del raggio, ma una curva
diversa che non ricordo bene, che ha concavità verso l'alto,
ossia l'allargamento accelera verso la base e si attenua
nelle parti elevate).
Ora pensiamo ad un cono CAPOVOLTO, posato di punta.
Come prima il livello zero (la punta) porta tutto il carico
soprastante, ma siccome la base d'appoggio è strettissima,
si creeranno pressioni troppo elevate, e probabilmente la
punta si sbriciolerà.
Tornando al nostro cilindro
le forze applicate alle due basi, vedono "sotto di sé" un
profilo resistente che è a sezione costante.
Le forze applicate ad ogni elemento della superfie laterale,
vedono sotto di sé uno spicchietto che é come il cono posato
di punta.
La mia idea era che procedendo verso il centro (da direzione
radiale) ci fosse l'effetto di concentrazione degli sforzi,
perché il centro deve resistere a tutti gli sforzi
provenienti, alla fine, dall'intera circonferenza.
Ora se le forze applicate alle basi (ad una stessa
pressione) NON superano la resistenza a compressione
elastica del pezzo, ma contemporaneamente le forze applicate
alla superficie superano quelle tollerate dall'anima
centrale, io pensavo che si sarebbero prodotti degli
scorrimenti tali da assottigliare il filo.
> Ciao.
>
> --
> Wakinian Tanka
>
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Thu Aug 12 2021 - 01:03:35 CEST