> Se e' vero che si tratta di un fiume e che quindi esiste un gradiente
> d'altezza sul livello del mare certo non e' vero che la pressione
> idrostatica
> si riduce alla spinta di Archimede. Anzi ammette una componente orizz.
> contro-moto.
Pero' ad esser sincero da cima a fondo (o meglio da fondo a cima,
in questo caso) ancora non mi e' chiaro qualcosa. Come dici
giustamente tu se si ha un dislivello l'acqua deve scorrere.
E per effetto viscoso si ha un gradiente di quota.
Ora a tutti gli effetti, ragionando correttamente, come ragiona il prof.,
non si ha variazione di energia potenziale perche' poggi e buche fanno
pari. L'acqua che occupa il posto dello scafo alla fine del moto, nel caso
ideale di costanza nel livello del bacino superiore e del bacino inferiore,
ha esattamente lo stesso peso dello scafo, quindi la diminuzione
di energia potenziale nell'acqua e' compensata dall'aumento dell'energia
potenziale della barca. Allora, in completa onesta' e liberta' di spirito,
occorre concludere che sel'acqua fosse in moto entro un fiume
con quota costante, come se fosse in quiete entro un lago, la fatica durata
nel trasporto sarebbe identica nei due casi: purche' la velocita' relativa
del
vettore rispetto all'acqua sia identica, e tale fatica dipenderebbe
solamente
dal tempo di durata del trasporto.
L'argomento "disonesto" che ho sostenuto, della forza contraria al moto
non sussiste, perche' se ho ben guardato come galleggia un tronco su
un canale in ripida discesa devo concludere che non galleggia ortogonalmente
alla forza peso, ma quasi parallelamente alla superfice. Supponiamo dunque
che il galleggiante abbia velocita' relativa rispetto al fluido nulla. Quale
angolo
possiamo prevedere che formi rispetto alla superfice libera dell'acqua?
Il tutto contiene la parte. In forma duale passando dall'estensione
all'intensione
possiamo concludere che dalla parte consegue il tutto. Genio di un Leibniz.
In altri termini si formula una domanda circa un principio che vale per una
larga classe di fenomeni, ed occorrono poche parole perche' il principio e'
una
parte di un'amplia fenomenologia. Ne segue che con poche parole si fanno
molte
domande.
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Received on Sun Dec 22 2002 - 02:01:07 CET