Re: Ancora sui trasformatori

From: Mino Saccone <mino.saccone.xspam_at_eidosmedia.com>
Date: Fri, 13 Dec 2002 14:09:50 +0100

"Michele Ancis" <manchees_at_tiscali.it> wrote in message
news:a2b90ecc.0212120104.76a8f1bb_at_posting.google.com...
> Questo forse e' il punto. Mi stai dicendo che B non puo' MAI crescere
> sopra un certo valore, Bmax? Se cosi' fosse, il tutto sarebbe risolto:


Si', se guardi un qualsiasi diagramma B(H) dei materiali ferromagnetici
trovi che 2 Tesla sono circa la saturazione, cioe', aumentando H (la
corrente generatrice) B non aumenta piu'. Inoltre l'area inclusa dal ciclo
(integrale esteso al ciclo di BdH) che rappresenta l'energia dissipata per
isteresi a ogni ciclo aumenta molto e conseguentemente le perdite a vuoto
del trasformatore. In altre parole con i materiali giusti (ciclo di isteresi
stretto), lamierini sottili e ben isolati tra loro in modo da ridurre il
piu' possibile le correnti parassite (di Foucault), e stando lontani dalla
saturazione, la corrente I0, quella che circola nel solo primario di un
trasformatore col secondario aperto resta praticamente in quadratura con la
tensione, quindi il trasformatore assorbe solo potenza reattiva. Se ci
allontaniamo da queste condizioni, la I0 ruota assumento una componente
significativa in fase con la tensione e quindi dissipa potenza attiva,
quella delle perdite di Foucault e di isteresi appunto, il tutto senza
trasferire un microwatt di potenza.



> volendo ottenere una certa tensione ai capi, diciamo, di una bobina,
> posso giocare su frequenza, S, n, B. Ora se blocco freq e B, e' ovvio
> che mi rimangono solo S e n su cui agire! Il punto che mi mancava era
> che B non puo' andare dove gli pare...Questo mi fa venire in mente una
> cosa, sulla quale ti/vi chiedo un opinione. Mi pare che il
> trasformatore, cosi' come gli induttori, basino il loro funzionamento
> sulla legge di Lenz:

Veramente si chiama legge di Faraday, il segno meno rispecchia la legge di
Lenz


> eind = - dF(B)/dt

> Quando cerco di variare il flusso dell'induzione magnetica concatenato
> con un circuito, ai capi di quel circuito compare una forza
> elettromotrice che tende a far circolare una corrente tale da
> bilanciare la variazione di flusso. Fin qui, tutto bene. Mi sembra
> possa essere ritenuto chiaro che la causa di quel flusso e' una
> corrente.
> Quando si parla di trasformatori, invece, si parte da una tensione, al
> primario. Poi, cito ad esempio il mio libro di misure elettriche
> (purtroppo l'unico che tratti i trasformatori...), si dice che "la
> tensione indotta al primario bilancia esattamente quella imposta".
> Alla fine, ma proprio alla fine, fa la sua comparsa la "corrente
> magnetizzante", addirittura nulla nel caso di permeabilita' infinita
> del nucleo. Ma non sarebbe meglio parlare di corrente al primario, che
> genera un campo magnetico variabile, che a sua volta fa comparire una
> tensione? Senno' uno puo' anche pensare, come ho fatto io, che questa
> tensione la puo' imporre a piacere, perche' tanto "sara' sempre
> bilanciata da quella indotta". Invece questo e' vero, se ho capito,
> solo sino ad un certo punto. Devo ancora pensare bene alla faccenda,
> ma se la prendo per l'altro verso, quello della corrente, mi sembra
> chiaro che, stimolando con una corrente sempre maggiore la mia
> induttanza (e mantenendo fissa la frequenza), dapprima avro' un
> aumento lineare della tensione ai capi della medesima, da un certo
> punto in poi, pero' (saturazione del nucleo), questa tensione non
> crescera' piu', ed avro' pure la comparsa di armoniche, vista la
> relazione non lineare corrente-flusso.

I bipoli elettrici devono essere pensati sempre nelle due direzioni
(tensione->corrente) e (corrente->tensione) indipendentemente da chi dei due
e' causa e chi effetto. Sembra un controsenso, ma senza quasta "astrazione"
non si riesce a risolvere nulla.

Per seguire il tuo esempio: se eccito con una corrente che impongo
perfettamente sinusoidale un nucleo di ferro portandolo un po' in zona
saturazione misurero' ai capi della bobina una tensione rappresentabile con
una sinusoide un po' appiattita ai vertici.

Se viceversa impongo, ed e' il nostro caso, una tensione sinusoidale,
misurero' una corrente circa sinusoidale ma con i vertici pronunciati.
Received on Fri Dec 13 2002 - 14:09:50 CET

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