Il 27 Nov 2002, 19:15, evolution_at_math.it (Evolution) ha scritto:
>
> > Inoltre, una volta, terminate tutte le possibili catture e le probabili
> > trasformazioni nucleari intermedie, quello che resta alla fine si puo'
> > vedere come un nuclide gigante composto (virtualmente) di soli neutroni,
> > reso stabile dall'enorme diminuzione di energia gravitazionale. E'
> corretto
> > questo ?
Per chiamarlo nuclide occorrerebbe che fosse efficiente un meccanismo
di interazione forte, mentre per quel che so l'interazione che forma una
stella di neutroni e' interazione gravitazionale almeno inizialmente,
d'altra
parte l'interazione forte per oggetti molto grandi tende a favorire la
formazione
di cluster ridotti (il massimo di energia, come si ricordera' e' quello
legato al
ferro), dunque ammesso che guardando gli ordini di energia del condensato di
Fermi si scoprisse che esistono energie sufficienti ad innescare
clusterizzazioni
questi cluster (specie in assenza di protoni) non saranno poi molto grandi
in
modo che mi aspetto un continuo rimescolamento ed una attivita' su frequenze
molto alte.
Un'altra cosa che mi chiedo e' se queste stelle possano avere o no carica.
Posso certo supporre che questa carica non sia grande perche' in fase di
formazione della stella le catture nucleari non saranno grandissime in modo
che prevalendo la repulsione elettrica le carica in esubero hanno il tempo
di
allontanarsi (mentre molte cariche negative, piu' leggere si allontanano
anche
prima) la parte che rimane mescolata viene a dar luogo, poi, a processi di
cattura elettronica. Se tuttavia una parte in eccesso di carica positiva
rimanesse
imprigionata all'interno della stella, il suo contributo elettromagnetico
potrebbe
essere confrontabile con l'importanza del campo gravitazionale. Mentre da
quel
che so le stelle di neutroni interagiscono, da quel che e' dato vedere in
cielo,
gravitazionalmente. Del resto noi possiamo vedere interazioni solo fra
oggetti
che effettivamente hanno interazione gravitazionale. Ricordo che su un kilo
di
neutroni e' sufficiente un femto-grammo di protoni per dare interazioni
elettromagnetiche di pari o maggiore intensita' a quelle gravitazionali.
Dunque una
tale ipotesi andrebbe testata confrontando il numero effettivo di stelle di
neutroni
che si osservano con il numero di binarie neutroniche che ci si attenderebbe
da
tale frequenza. Se queste fossero meno di quelle previste avremmo una
conferma
se fossero piu' una smentita. O dico cavolata?
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Received on Thu Nov 28 2002 - 13:32:35 CET