Il 09/01/2013 23:17, Persio ha scritto:
> Il 07/01/2013 18:23, Massimo 456b ha scritto:
>> le cose lontane appaiono
>> pi� piccole di quelle vicine.
>> E' un fenomeno fisico dovuto
>> all'ottica o � una interpretazione
>> psicologica della realt�?
>
> Penso sia vera l'una e l'altra cosa: oggetti della stessa dimensione a
> distanze diverse, per le propriet� ottiche dell'occhio, proiettano sulla
> retina immagini di dimensioni diverse; alla diversa dimensione percepita
> � associata la cognizione empirica di distanza "energetica".
anche cronologica, ma capisco quel che intendevi e sottoscrivo.
Tra l'altro, i nostri sensi e percezioni, e "stime"
quantitative, sono veramente fallaci nel confrontare la
scala umana di grandezze che sembrano disomogenee, salvo che
lunga esperienza ci abbia insegnato a compensare ci�.
Ho notato (perch� ho fatto tanti lavori da muratore, inclusi
scavi, intonaci, tinteggiature), che la nostra corretta
stima intuitiva di volumi (sempre in un range di scala
umana, non volumi di montagne, ma di secchi, mucchi, sacchi)
� aleatoria nel confrontare oggetti con e senza grandi
asimmetrie dimensionali.
Ad es. il VOLUME dello strato di intonaco, che ha due
dimensioni estese, in metri, ed una ridotta, di centimetri,
viene fortemente sottostimato. Uno si aspetta (se non ha
esperienza) che con un secchio (volume uniforme, tendente
allo "sferico") si riesca a coprire una superficie immensa
perch� lo spessore � esiguo, poi si accorge che invece con
un secchio ci fai un metro quadro a stento.
Peggio che andar di notte se paragoniamo volumi di oggetti
ancora meno simmetrici, come tubi, etc, facendo sia errori
in eccesso che in difetto.
Il nostro senso "comparativo", � pessimo sia quando ha a che
vedere con queste asimmetrie di distribuzione, sia quando
compara superfici e volumi (che crescono con R3 e R2) con la
dimensione lineare.
> Energetica
> nel senso che per avvicinarsi tra loro l'oggetto osservato e
> l'osservatore occorre spendere una certa quantit� di energia, ed �
> questa cognizione a dare significato alla visione.
nelle grandezze lineari siamo ancora ancora messi bene.
>
> Ragionando in termini biologico evoluzionisti credo si possa dire che
> quanto pi� � precisa la capacit� fornita alla mente dal binomio
> percezione sensoriale/cognizione empirica di stabilire la distanza
> energetica da un determinato oggetto, o da diversi oggetti tra loro,
> tanto pi� questo corrisponde ad un vantaggio per l'essere biologico in
> termini di autoconservazione sia individuale che di specie.
sicuramente. Cos� come pure le stime DINAMICHE degli oggetti
in movimento (indi l'integrazione tra l'informazione
spaziale e il campionamento temporale) sono inestimabili
nella sopravvivenza, in una fuga, caccia, lotta, etc.
Ad es. molti volatili hanno una percezione assurdamente
carente degli oggetti fissi, � come se fossero tutti
blurred, mentre appena un dettaglio anche infimo si muove �
come fosse blinking sullo sfondo.
Mi � capitato di pisciare contro un nocciolo mentre una
poiana � atterrata ed � rimasta a guardarsi attorno sul
medesimo albero, a due metri sopra di me (io ero gi� nella
scena, ed ero fermo, quando � atterrata). Essa mi ha VISTO
solo nell'istante mi sono mosso. Persino "il getto", che era
parte costante della scena gi� prima che arrivasse, era
passato inosservato come dettaglio dello scenario normale,
come movimento non variabile.
Poi, appena, ehm, ho scrollato, magicamente ho fatto
irruzione nel suo sensorio conscio ed ha fatto un decollo
pacchiano, di panico, perdendo penne e facendo cadere foglie
(ridevo come un matto). La fissavo da sotto la tesa del
cappello, e avevo gli occhiali a specchio, per lei ero una
formazione vegetale o un sasso, sino a prima di fare un
singolo movimento "differenziale".
Non � un caso che un pitone o un boa, che riescono a
muoversi ad una velocit� critica inferiore alla soglia
trigger di tanti volatili, li catturino comparendo dal nulla
a un soffio dal loro becco. N� che invece, in una lotta
"dinamica", un uccello anche piccolo riesca a fare secco un
serpe velenoso pi� pesante di lui, per i riflessi molto
buoni e precisione nella stima dei movimenti.
Anche il coniglio (tipicamente le prede) non ti nota se sei
immobile.
Nel mio piccolo ho gi� sperimentato che se si ha una
pazienza sufficiente, si riesce a toccare il naso di una
lucertola avvicinandosi a velocit� esasperatamente lenta (e
senza accelerare se per i cavoli suoi si sposta). Rimane
sorpresa quando la tocchi, tira fuori la lingua forcuta e ti
annusa, come sorpresa. Se invece cerchi di essere pi� veloce
di lei, ah, � una saetta !
Il gatto invece che � predatore, ti riconosce subito anche
se sei parte immobile del contesto, evidentemente lui vaglia
lo scenario fisso e manda un "pattern matching search".
> Se non vi fosse l'istinto all'autoconservazione la pura percezione non
> avrebbe pi� significato per l'essere biologico di quanto ne abbia per
> una telecamera.
>
> Ma perch� questa curiosit�?
anche io non ho capito tanto bene il punto in discussione,
se ce n'era uno in particolare. Mi sembrano tutte cose ben
note e provate per quanto possibile
CCCP
>
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Fri Jan 11 2013 - 18:47:40 CET
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