Re: pubblicazioni: pareri

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Tue, 26 Nov 2002 10:56:52 +0100

Hypermars wrote:

...
> Mettiamo che la ricerca che state facendo sia interessante, seria, ben
> fatta, ovviamente viene la tentazione di provare un PRL, o magari se si e'
> ambiziosi un Nature o un Science. Sapendo pero' che la probabilita' di
> vedere poi l'articolo pubblicato e' molto bassa, e questo indipendentemente
> dalla bonta' dell'articolo, in genere preferite provare e poi se va male
> sottomettere ad un'altra rivista, oppure puntate subito all'altra rivista,
> in maniera da dedicarvi al proseguimento del lavoro senza alcunche' in
> sospeso?

...
Non e' una questione facile. Si tratta di un problema di ottimizzazione
complessa ;-)

Intanto il fatto che la ricerca sia "interessante, seria, ben fatta"
non da' alcun motivo di pensare che il lavoro sia opportuno per PRL,
Nature o Science. Questi dovrebbero essere i requisiti minimi per la
pubblicazione su *qualsiasi* rivista scientifica.


Tuttavia, la follia dilagante di utilizzare gli impact factor (IF)
delle riviste come metri per giudicare i singoli lavori o singoli
ricercatori spinge a tentare la pubblicazione su riviste ad alto IF
appena si pensa di aver prodotto qualcosa di appena decente.

Magari confortati dal fatto che alcuni dei lavori che appaiono su tali
riviste sono forse peggiori di quello che stiamo sottomettendo.


Pero' bisogna tener presente vari fattori.

1. Basta guardare nelle istruzioni per i referee di queste riviste per
rendersi conto che si chiede qualcosa di piu' di una ricerca ben fatta
ed interessante. Su PRL, per esempio, si chiede una ricerca "di
frontiera" che apra nuovi orizzonti, di interesse generale (anche se il
requisito e' un po' ambiguo) e scrivendo in modo da rendere il lavoro
accessibile ad una comunita' anche di non specialisti del campo.
Su Nature e Science, trattandosi di riviste non specializzate in fisica
la questione del "taglio" e' ancora piu' importante.

2. Tenendo presente quanto sopra, la forma del lavoro, la chiarezza
della scrittura giocano un ruolo molto piu' importante che su altre
riviste. Questo in parte spiega la facilita' con cui alcuni riescono a
farsi accettare i lavori su queste riviste: hanno imparato il "mestiere"
e riescono a soddisfare piu' facilmente i criteri editoriali.

3. Alcuni settori della ricerca hanno piu' facilita' di trovare la
strada per la pubblicazione su queste riviste proprio in quanto "settori
trainanti".

Personalmente preferisco infischiarmene dell' IF (ammetto che
fortunatamente ho margine per poterlo fare) e scegliere la rivista sulla
base delle risposte che riesco a darmi alle seguenti domande:

- a che audience sono maggiormente interessato ?
- l' argomento del lavoro si ricollega ad una problematica che e' stata
recentemente affrontata in articoli apparsi principalmente su una
particolare rivista?
- c'e' ragione di urgenza per giustificare una pubblicazione breve tipo
"lettera" ?
- c'e' abbastanza interesse per cercare di rivolgersi ad un pubblico
piu' ampio degli specialisti del settore ?
-quali sono i tempi medi di accettazione/pubblicazione della rivista ?
Le volte (poche) in cui la risposta a queste domande mi ha indicato PRL
non ho avuto problemi. Ma non mi metterei a tentare sulla sola base del
calcolo delle probabilita'.

Naturalmente c'e' anche a chi piace cimentarsi ogni volta in una specie
di braccio di ferro con referees ed editors. A me non sembra che ne
valga la pena. Pero' qualche volta la "cocciutaggine" e il saper
"prendere il telefono in mano" riesce anche a pagare.

Ciao

Giorgio

PS I tuoi post di fisica sono interessanti ma forse un po' troppo
specialistici per questo NG. Io faccio ricerca in materia condensata
(fisica dei liquidi e sistemi disordinati) ma per rispondere
sensatamente alle tue domande su screening anisotropo e altro, non
avendo mai affrontato problemi analoghi, dovrei dedicare piu' tempo di
quello che posso permettermi in media per l' attivita' di seguire il NG.
Received on Tue Nov 26 2002 - 10:56:52 CET

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