Patrizio ha scritto:
> Si, ora lo vedo; ma io volevo scrivere la conservazione dell'energia e mi
> ricordavo che l'energia di un condensatore carico fosse CVo^2/2
> *indipendentementemente* da come esso viene caricato (fino a Vo): forse non
> e' vero. Chiedo lumi.
No, questo e' vero. Non e' qui il problema: v. dopo.
> ...
> Quindi, riassumendo, il secondo caso (C e R) non mi pone piu' alcun problema;
> il primo caso (solo C) mi resta enigmatico perche' non riesco a d assegnare
> con certezza l'energia immagazzinata nel condensatore. Per far conservare
> l'energia dovrei scrivere: qVo = CVo^2; cioe', quando il condensatore e' da
> solo esso si prende il doppio dell'energia che si sarebbe preso se ci fosse
> stata anche la R, nonostante la sua carica resti la stessa!
Il fatto e' che il caso "solo C" e' impossibile, anche in linea di
principio.
Primo: qualunque conduttore ha una resistenza, per quanto piccola; e hai
visto che non importa quanto sia piccola.
Secondo: un conduttore ha sempre anche induttanza, e anche qui non
importa quanto sia piccola. Se c'e', hai un circuito oscillante, e la
corrente continua a oscillare avanti e indietro senza mai annullarsi (se
pretendi R=0) oppure smorzando assai lentamente le oscillazioni se R>0.
Terzo: un circuito oscillante irraggia sempre, anche se pochissimo, per
cui una dissipazione c'e' comunque, anche se trascuri la resistenza.
Quello in cui ti sei imbattuto e' un caso tipico di che cosa significa
in fisica fare una schematizzazione. E' vero che spesso si puo'
trascurare una resistenza (come anche un attrito, ecc.); ma non sempre.
Non puoi farlo quando non c'e' continuita' (in senso matematico) fra il
caso reale e quello limite. Nel nostro caso, fra R>0, per quanto
piccola, e R=0.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Fri Oct 11 2002 - 20:11:44 CEST
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