Re: Relativita' generale e libero arbitrio (again)

From: JWorld <nospam_at_nospam.it>
Date: Sun, 6 Oct 2002 19:58:56 +0200

"Filippo" <scarponi_at_fisica.unipg.it> ha scritto nel messaggio
news:3D9D6AC2.3090904_at_fisica.unipg.it...

Ciao Filippo,

> Vorrei tanto che l'autore spiegasse da quale
> motivazione scientifica emerge la seguente
> affermazione, che ha dato origine al dibattito:
>
> Zag wrote:
> > La nostra vita quindi, come tutto cio' che esiste, e' scritta per cosi'
> > dire nello spaziotempo, anche se noi ne prendiamo coscienza un istante
> > dopo l'altro.
> > Le cose vanno un po' come al cinema, la
> pellicola esiste ma noi la
> > conosciamo fotogramma dopo fotogramma.

Non sono l'autore che ha iniziato questo 3D, ma visto che la tua richiesta �
rimasta inascoltata gi� da qualche giorno ti spiego che cosa ne penso io.

Come ben saprai (visto il dominio del tuo indirizzo) la scienza (e in
particolare la fisica) tenta di descrivere l'universo, sulla base di ci� che
appare ai nostri sensi, direttamente o indirettamente, dall'infinitamente
piccolo all'infinitamente grande.
Chiunque si occupa di scienza infatti non si accontenta di sapere che una
cosa � cos�, vuole sapere come e perch�. Per riuscirci studia (quello che
hanno scoperto gli altri prima di lui), ricerca (cerca cose che gli altri
non hanno cercato o visto), formula teorie, produce esperimenti, etc. etc.

Ora mi sembra evidente (ne � un esempio lo stato comatoso della fisica
attuale) che la scienza non pu� progredire finch� chi se ne occupa rimane
ancorato in modo dogmatico alle vecchie formulazioni delle teorie. Basta
studiare storia della scienza per accorgersene.

Dopo questa breve ma doverosa premessa, vengo al dunque.
Nonostante gli esperimenti dimostrino con estrema chiarezza che
l'osservatore giochi un ruolo chiave in ogni transizione (da uno stato
all'altro tra quelli possibili) a livello quantistico, gli studiosi
continuano a studiare (e a pensare) i fenomeni intimi della natura come se
l'osservatore non esistesse.

Mi spiego meglio: Secondo la tua definizione di esistenza, forse sei
convinto che *qualcosa* esiste anche se non vi �, non vi � mai stato e mai
vi sar� nessun osservartore (intendo un osservatore generico, non
necessariamente un essere umano) che la osserva (percepisce).

Forse sei convinto di questo nonostante sia ampiamente dimostrato che la
realt�, nella sua vera essenza, in assenza di un osservatore, qualsiasi cosa
essa sia, � rappresentata dalle funzioni d'onda di tutti gli stati possibili
sovrapposti, cio� qualcosa senza forma o propriet�. In assenza di
osservatore, s'intende.
Quando invece l'osservatore c'�, la realt� � quella che lui riesce a
percepire da quel groviglio di funzioni d'onda. Nota bene, osservatori
diversi (cio� dotati di diverse capacit� percettive) percepiscono, dalla
stessa realt� sottostante, diverse realt� (quelle poi che loro, noi
chiamiamo REALTA').

Mi sembra, Filippo, che la Scienza attuale rifiuti (a torto direi) una
visione soggettiva della realt� (ma potrei sbagliarmi) altrimenti non si
vede per quale motivo si debbano bollare come non scientifiche discussioni,
diciamo cos�, metafisiche, come quelle sul libero arbitrio :-)

Saluti,

JWorld
Received on Sun Oct 06 2002 - 19:58:56 CEST

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