Re: La luce può essere rallentata ?

From: inghi <inghi_at_libero.it>
Date: Sun, 08 Sep 2002 16:32:08 GMT

***
 Bhe, nonostante la sua firma autorevole, mi pemetterei di dire che la
> fisica deve essere capita prima come concetto, spesso con grande
> capacit� di astrazione, e poi affrontata con numeri e soprattutto
> ordini di grandezza. Questi darebbero al fisico la meravigliosa
> capacit� di stimare (nel senso di fare una stima).
(cut)
***
****
luciano buggio wrote:
(...)Einstein amava dire: "Uno scienziato non ragiona mai per formule".
Se vai poi a vedere i momenti di "rivoluzione" scientifica del passato, ne
avrai conferma (con l'eccezione, forse, della relativit� e sicuramente
della MQ).
La rivoluzione copernicana � stata prima l'intuizione della centralit� del
sole, poi sono venuti i calcoli, prima cinematici (Keplero), poi dinamici
(Newton). Puoi spiegare l'eliocentismo e l'unificaizone cielo-terra senza
formule, ed anche tutta la fisica classica, ad un livello naturalmente
qualitativo, ma sufficiene per farsene una chiara idea.
Tutto ci� nel novecento � non vale pi�.
****
Be', a questo punto temo che la discussione abbia disgraziatamente causato a
Galileo Galilei l'aggiunta di un grado di liberta' nel suo moto perenne
rispetto alle 'stelle fisse'.... ;o)
A mio avviso se il problema e' di come di esprimere in modo verosimile la
fisica a chi manca degli strumenti matematici necessari, la
necessita' di una traduzione in qualche modo (pericolosamente) sta in piedi,
anche se personalmente non la condivido (si puo' spiegare unquadro senza
vederlo?).
Sulla concezione della fisica per concetti invece lascerei la parola al
vecchio 'trottola', che scriveva molto appropriatamente nel dialogo sui
massimi sistemi (giornata prima, par 38):
Simplicio: '...diro' bene con Aristotile che nelle cose naturali non si deve
sempre ricercare una necessita' di dimostrazion matematica'
Sagredo: si, forse dove non la si puo' avere, ma se qui ella vi e', perche'
non la volete voi usare?...'
Il riportare cio' che Einstein amava dire non credo appartienga ne' alla
fisica ne' alla scienza, la lettura di un suo qualsiasi lavoro (ad esempio: On
the theory of the brownian movement (Ann. der Phys. (4), 19, 1906, pp(371-381)
ripubblicato dalla Dover per la modica cifra di $7.95) e' un evidente e
manifesto esempio di come sia falsa questa affermazione nel contesto della
fisica: ogni suo singolo ragionamento, perquanto semplice, e' sempre e
soltanto espresso in termini fisici, ossia mediante equazioni. Se avesse usato
le rime sarebbe stato un poeta, se avesse usato il bisturi sarebbe stato un
chirurgo. Einstein non ricordava le formule a memoria perche' pensava in
termini di equazioni ...Oltretutto nessun fenomeno o problema fisico (dalle
maree alla determinazione della longitudine, dalle proprieta' meccaniche dei
corpi
all'elettricita'), almeno da Galileo in poi, e' mai stato analizzato da fisici
senza ricorrere alla matematica necessaria (e quando non esisteva si e'dovuto
inventarne un gran bel po', vedi Newton). Un fisico, per formazione e
deformazione professionale non scinde i ragionamenti dalleequazioni. (il
termine formule in questo contesto fa un po' topolino anni '30, il dottor
enigma, quello che viveva su una nuvola, per intenderci)
;o)
roberto inghilesi
Received on Sun Sep 08 2002 - 18:32:08 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:32 CET