Ciao Evolution,
da quello che leggo, capisco solo ora che hai visto molte piu' cose di
quante me ne era sembrato all'inizio.
Evolution wrote:
> Diciamo che sto cercando di trovare armonia fra
> le tante cose che mi sono state insegnate all'universit�.
e' quello che cerco di fare anche io...ho un casino tale per la testa:-(
> Nella frase originale la sospensione del giudizio era riferita con esattezza
> al valore
> delle osservabili. Non allo stato. D'altra parte sempre, fino a prova
ok, lo avevo frainteso, ma pensavo ti riferissi brutalmente al pacchetto
d'onda.
Se fai la distinzione fra stati e osservabili, allora e' un ottimo punto
di partenza.
Non lo ritenevo sottointeso perche' a volte in meccanica classica non ci
si sta attenti, a meno che non ci si voglia occupare di questioni
filosofiche fondazionali e non avevo capito quanto hai approfondito i
tuoi studi.
Bene.
> contraria,
> la scelta ontologica "in senso fisico" � quella che conviene. Cio� conviene
> assumere l'esistenza dell'ente teorico perch� si desidera sapere come stanno
> le cose in effetti (anche se questo � un problema filosofico).
perfettamente d'accordo!
> La funzione d'onda pone problemi ontologici seri con
> riferimento ai sistemi composti, nel senso che non si possono separare le
> funzioni d'onda delle parti componenti (almeno nel mio schema, che come dici
> tu in seguito � forse un poco arretrato). Tuttavia nessun problema a parlare
> di funzione
........taglio..........
tutt'oggi ci sono questi problemi.
> Tuttavia abbondano in libri anche recenti e di fisica avanzata.
> Ed anche se con molti aggiustamenti di ordine e di scelte
> compaiono come ai tempi andati. In particolare, ad esempio, Weinberg
> nel '95 parla ancora di pacchetto d'onda analizzato rispetto agli stati
> asintotici liberi, quando vuole parlare di scattering.
di quali letture di Weinberg parli, appena ho tempo ci do un'occhiata.
.........taglio...........
> confidenza con queste cose. Mi viene da pensare a rappresentazioni
> integrali in cui relazioni di commutazione
> che evidenziano il ruolo intrinseco dell'indeterminazione facendone
> quasi una questione geometrica legata alla simmetria. E' di questo che
> parli?
no, non proprio.
Nella visione meno raffinata,
oggi gli stati sono elementi normalizzati a uno di uno spazio di Hilbert
(se ti piace, puoi proprio pensare ad uno spazio proiettivo complesso
infinito dimensionale) e le osservabili sono
alcuni fra gli operatori lineari autoaggiunti su questo spazio; i valori
di aspettazione di un'osservabile su uno stato si ottengono facendo
agire l'operatore sullo stato e facendo il prodotto scalare del
risultato con lo stato stesso.
Il teorema di indeterminazione e' solo una diretta conseguenza della
geometria degli spazi di Hilbert.
............taglio...................
francamente mi e' molto difficile rispondere alle altre domande che hai
posto per almeno due motivi:
1) non mi ritengo espertissimo in problemi fondazionali
2) penso che prima bisognerebbe creare un background comune.
Per quanto riguarda 2) ti riconsiglio il libro che ti avevo consigliato,
ma ti assicuro che non troverai tutte le risposte, o, quanto meno, se ne
troverai, non e' detto che ti soddisfino.
Io non sono soddisfatto.
Ciao, spero di essere stato in qualche modo utile e riinvito i
megaesperti del newsgroup a dire qualcosa.
vittorio
--
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Received on Mon Sep 02 2002 - 12:03:22 CEST