Bruno Cocciaro ha scritto:
> Un "aspetto assolutamente basilare della MQ" direi che sia il fatto
> che una misura fa sempre collassare lo stato di un sistema in uno
> degli autostati possibili. Io non vedo quale grosso sconvolgimento
> dovrebbe subire la MQ qualora si provasse che il collasso non è
> "istantaneo".
Premetto che non parlo mai volentieri di questi argomenti. Non perché
non abbia niente da dire, ma semplicmenete perché non sono riuscito,
nei 70 anni ormai trascorsi dacché ho cominciato a pensarci, a farmi
idee suff. chiare per poterle comunicare ad altri.
Poi sono sempre ostacolato dalla presenza di "specialisti" che leggono
e scrivono molto più di me, per cui io resto sistematicamente
indietro.
Però visto che voi non vi peritate (toscanismo) chi sono io per essere
da meno? :-)
Aggiungo che dopo il post di Mario mi sono messo a rileggere il libro
di Ghirardi in un punto specifico: dove tratta la disug. di Bell.
L'impressione che mi hanno fatto le poche pagine che sono riuscito a
leggere oggi ve la racconto dopo.
> Certamente la MQ subirebbe una sostanziale modifica (forse
> perderebbe molto del suo "fascino", guadagnando però moltissimo in
> comprensibilità)
Sebbene quello del collasso sia un punto cruciale, non credo che la
"incomprensibilità" della m.q. sia dovuta a quello, per lo meno non in
modo prevalente.
C'è molto altro, essenzialmente tutto ciò che deriva dal pr. di
sovrapposizione.
Su questo ho già scritto e non mi ripeto; casomai debbo continuare :-)
Ancora un aspetto. Non posso fare a meno di difendere il mio lavoro di
molti anni.
All'incirca dal 1950 al 1980 la mia attività di ricerca e didattica è
stata centrata sulla m.q. Non ho preso un Nobel, ma credo anche di non
essere stato inutile.
Sarebbe stato possibile questo lavoro se io non avessi capito e
padroneggiato la materia (nonostante di miei dubbi ...)?
Mi direte che anche Galileo insegnava l'astronomia tolemaica mentre
era copernicano. Ma non credo sia la stessa cosa.
Ancora su un punto specifico.
Io non credo che nessuno abbia mai pensato seriamente che il collasso
sia istantaneo.
Immagino che i "fondatori" abbiano detto: questo collasso è necessario
alla teoria e all'intepretazione dei fatti sperimentali.
Non sappiamo come avviene (non credo lo considerassero argomento
metafisico; magari al di là delle possibiltà sperimentali del tempo -
e di oggi?).
Quindi lo riassunsero (nascosero?) sotto il postulato che sapete.
Sono casomai i continuatori che si sono spinti un po' troppo in là e
l'hanno trasformato in un dogma.
Poi è accaduto che almeno alcuni che hanno provato a studiarlo l'hanno
fatto secondo me in modo sbagliato.
E qui torno al punto di partenza: ne so troppo poco per esprimere
giudizi sullo stato della ricerca in materia.
Potrei dire qualcosa su Ghirardi, ma con tutte le cautele derivanti
dal fatto che non credo sia un caso isolato (anzi non lo è di certo,
visto il gatto di Schroedinger), e per di più non mi può più
contraddire.
Ma stasera è tardi.
--
Elio Fabri
Received on Sun Dec 12 2021 - 21:51:30 CET