"Franco" <inewd_at_hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:3D0B630D.AB7A3636_at_hotmail.com...
>
>
> Dario de Judicibus wrote:
> >
> > Immagino che si sia spesso parlato di questo paradosso, anche se
non ne
> > ho trovato traccia sugli ultimi post di questo NG.
>
> negli ultimi forse no, ma se usi google, trovi una marea di post su
> questo argomento.
:-) dipende da cosa si intende per "ultimi". Io credo che siano anni
ormai, forse dalla nascita di isf, che non passano piu' di 15 giorni
senza che qualcuno risollevi la questione del paradosso dei gemelli
> > Applicato al paradosso dei gemelli, questo vuol dire che ognuno
vede il
> > tempo rallentare nell'altro sistema, e quindi quando si
reincontreranno,
> > dovrebbero avere la stessa et�. O no?
>
> Finalmente, si sente dire esattamente qual e` il paradosso. Di
solito la
> gente chiama p.d.g. il fatto che abbiano eta` diverse, non il fatto
che
> ognuno "dovrebbe" vedere l'altro piu` giovane (o piu` vecchio)
beh ma anche questo direi che possa dipendere dai punti di vista.
Secondo alcuni potrebbe sembrare paradossale il semplice fatto che
abbiano eta' diverse, per alcuni e' addirittura inaccettabile, non
logico ecc ...
> Il
> paradosso dei gemelli e` spiegato tutto all'interno della RR, non e`
> necessario invocare la RG, e neanche invocare accelerazioni.
Sul fatto che non c'entri la RG concordo pienamente, ma sul fatto che
non si debbano invocare le accelerazioni personalmente non sono
d'accordo (anche se, anche qui, dipende dai gusti)
> Lascio la spiegazione piu` dettagliata ai professionisti del settore
> (oppure a google), ma aggiungo solo questo esempio.
>
> Suppuni che il gemello che si sta allontanando dalla terra incontri
una
> astronave che viaggia in senso opposto e sta ritornando verso la
terra.
> A bordo c'e` un amico dei gemelli, e quando si incrociano, il
gemello
> che si sta allontanando dice all'amico "quando passi dalle parti
della
> terra, salutami mio fratello e digli che sono 4 anni che sto
> viaggiando). L'astronave che torna arriva sulla terra (o
adddirittura le
> passa solo vicino, senza rallentare), e l'astronauta comunica al
gemello
> rimasto "5 anni fa ho incontrato tuo fratello, dice di salutarti e
dice
> che erano anche 4 anni che viaggiava".
Ecco, e' proprio questo l'esempio che non gradisco. Non che voglia
dire che sia scorretto, appare anche in diversi libri scritti da gente
dalla quale personalmente ho molto da imparare, ma sta di fatto che un
esempio del genere, a mio modo di vedere, si presta a troppe critiche
e non credo sia bene ricorrervi allo scopo di "spiegare" il paradosso
dei gemelli.
Innanzitutto tale esempio "nasconde" il ruolo della accelerazione che
gioca invece un ruolo cruciale (e' la accelerazione che rende
asimmetrica la situazione). Qui sembra che non ci siano accelerazioni,
invece cio' che ha accelerato e' l'informazione della eta' del gemello
viaggiatore. Avvenuto l'incrocio con l'amico tale informazione "torna
indietro". Molto migliore sarebbe l'esempio se nell'incrociare
l'amico, il gemello viaggiatore, invece che comunicare la propria
eta', lanciasse sull'astronave che sta tornando verso terra il proprio
orologio. Cosi' risulta chiarissimo che cio' che sta tornando a terra,
cioe' non tutto il gemello viaggiatore, ma solamente il suo orologio,
ha subito una accelerazione. Risulta anche chiaro che il ruolo del
gemello viaggiatore e' ovviamente superfluo, cio' che conta
esclusivamente e' l'orologio viaggiatore.
Altro problema legato con l'esempio nella forma sopra riportata e' che
il gemello rimasto a terra si sente dire da un tipo, mettiamo 15 anni
dopo la partenza del suo gemello, che
> "5 anni fa ho incontrato tuo fratello, dice di salutarti e dice
> che erano anche 4 anni che viaggiava".
Posto che nessuno menta, in effetti la cosa risulterebbe "paradossale"
per chi avesse la vecchia concezione del tempo assoluto della fisica
prerelativistica, pero', sempre a mio modo di vedere, tale
"paradossalita' " non viene qui messa in piena luce; viene anche essa
"nascosta" in parte. Per il gemello rimasto a terra, avente la vecchia
concezione prerelativistica del tempo, risulterebbe decisamente piu'
paradossale la semplice visione di suo fratello, o anche solo
dell'orologio di suo fratello, sei anni piu' giovane di lui;
l'orologio del suo gemello segna 9 anni, il suo orologio segna 15
anni.
Ad esempio, su it.scienza di recente e' apparso un intervento che
chiedeva se sono stati fatti esperimenti in cui si confrontavano gli
orologi che sono stati in viaggio sui satelliti con quelli rimasti a
terra (e, correttamente, si chiedeva se sono stati poi ripetuti gli
esperimenti invertendo il ruolo degli orologi, cioe' lasciando a terra
quelli che prima avevano viaggiato e viceversa). E' corretto porsi
delle domande del genere. E, per mettere alla luce dei fenomeni, tali
domande vanno poste nella maniera piu' semplice possibile. E la
domanda nell'intervento recemente postato su it.scienza e' stata posta
in maniera semplice. Una risposta del tipo
"sono stati fatti esperimenti in cui un orologio veniva messo in
orbita, raggiungeva un astronauta che era gia' nello spazio il quale
sincronizzava il suo orologio con quello arrivato in orbita e poi
tornava sulla terra. Appena tornato si confrontava l'orologio
dell'astronauta con un orologio rimasto a terra",
lascia con l'amaro in bocca. E' una risposta complicata ad una domanda
semplice. Anche se la cosa e' perfettamente identica (come sa chi
conosce la soluzione del problema, ma *non* sa chi tale soluzione non
conosce e per questo chiede quali siano i risultati dei semplici
esperimenti da lui proposti), sta di fatto che chi ha posto la domanda
puo' legittimamente rimanere nel dubbio che la asincronia fra
l'orologio rimasto a terra e quello dell'astronauta potrebbe essere in
qualche modo legata all'astronauta stesso, o alle procedure di
sincronizzazione fra i vari orologi. Inoltre risulterebbe complicato
ora "invertire" il ruolo degli orologi. Chi ha posto la domanda ha
tutto il diritto di "pretendere" che l'esperimento venga fatto nella
maniera "semplice" proposta da lui.
Che e' come dire che il ruolo dell'astronauta nell'esempio portato
qui, cosi' come il ruolo dell'amico che incontra il gemello
viaggiatore per poi tornare a terra nell'esempio portato da Franco, a
mio modo di vedere, sono, per niente utili allo scopo di spiegare il
paradosso dei gemelli, anzi, lo rendono piu' complicato.
> Ciao
> Franco
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Jun 15 2002 - 21:32:01 CEST