Avendo notato che l'argomento vi stuzzica, aggiungo carne al fuoco.
Tempo fa mi capit� di parlare con un tizio che si occupava di musica
elettronica.
Mi diceva che, nell'ambito dei sintetizzatori, erano molto ricercati quelli
analogici.
Mi spiego.
Ognuno di noi, per creare uno "timbro artificiale", pu� avvalersi ad esempio
di MatLab, creare una sinusoide fondamentale e le varie armoniche, modellare
l'inviluppo di salita e di decadimento e quant'altro.
Quindi con la tecnica digitale � possibile costruire matematicamente il
suono.
Fin qui, niente di strano.
Il fatto � che ci sono sintetizzatori "analogici" in giro: il "motore"
sonoro � costituito da una serie di oscillatori analogici (uno per ogni
armonica) controllati. Il controllo su questi oscillatori ovviamente �
gestito dal software, ma il suono che viene sintetizzato � analogico puro, e
non una conversione D/A di un file.
Questa particolarit� rende questo tipo di sintetizzatori molto ricercati da
una ristretta cerchia di appassionati.
In ambito musicale, la tecnologia analogica sta infatti riscoprendo un certo
credito, in quanto il campionamento a 44100 Hz e la quantizzazione a 16 bit
vengono considerati come responsabili di una certa perdita di qualit� sonora
al contrario della tecnica analogica, considerata in grado di produrre un
suono pi� "bello".
Sembra che alcuni studi di registrazione stiano rispolverando i vecchi
registratori e mixers analogici.
E' una moda dovuta ad una leggenda metropolitana diffusasi oltre il dovuto ?
Voi che ne pensate ?
Gianmarco Carnevale
From mino.saccone.xspam_at_fastwebnet.it
luibertoUNICO_at_interfree.it Sat May 11 10:23:33 2002
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From: "Mino Saccone" <mino.saccone.xspam_at_fastwebnet.it>
Subject: Re: in serie o in parallelo?
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Date: Sat, 11 May 2002 10:23:33 +0200
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From: "Roberto" <luibertoUNICO_at_interfree.it>
>
>chiederei come viene effettuato il sincronismo tra un
> orologio (di qualsiasi tipo) e un generatore elettrico usato nelle
centrali
> elettriche (generatore sincrono) per regolarne la frequenza ?
Credo che sia uno dei piu' complicati problemi di regolazione mai risolti. I
dettagli tecnici sono quindi roba da super specialisti.
La complicazione maggiore sta nel mettere d'accordo tra loro le grosse
"centrali pilota" sparse per l'Europa e via via le centrali minori.
Credo che, molto grosso modo, l'intero sistema funzioni in modo gerarchico.
Dato che ad una riduzione di carico, p.es. alla chiusura delle grandi
fabbriche, la velocita' degli alternatori tenderebbe ad aumentare, le grosse
centrali di regolazione abbassano la loro potenza fino a riportare la
frequenza o meglio la fase in accordo con l'orologio di riferimento. Questa
azione e' ancora piuttosto semplice, almeno in teoria. Certo le centrali
pilota devono continuamente scambiarsi segnali e tener conto di eventuali
messe fuori servizio per guato o manutenzione di una o piu' di esse.
Quando queste centrali fossero vicine allo spegnimento, la loro capacita' di
regolazione si esaurirebbe; parte quindi l'ordine per centrali di secondo
livello, di solito un po' meno potenti, di ridurre la potenza erogata o,
addirittura di uscire di servizio. Le centrali principali possono quindo
riportarsi a mezza potenza cioe' al"centro della loro capacita' di
regolazione".
Se il carico si riduce ancora, possono addirittura entrare in funzione le
centrali di pompaggio che pompano acqua dal fiume o lago a valle al bacono
idroelettrico a monte per "ricaricare l'energia" da usarsi il giorno dopo.
In caso di ripresa del carico, p.es. al mattino, naturalmente il processo si
inverte e cosi' anche se in misura minore per compensare tutte le
fluttuazioni di carico.
Tutto questo avviene tenendo in dovuto conto le caratteristiche intrinseche
dei vari tipi di centrali:
p.es una centrale idroelettrica puo'essere fermata e avviata in tempi brevi,
spesso inferiori al minuto; una grossa centrale termica o addirittura
nucleare richiede tempi di andata a regime di molte ore se non giorni.
Se poi aggiungiamo che la rete europea e', per ovvi motivi sia di
distribuzione che di ridondanza, a connessione multipla, il problema di
regolazione di fase come di tensione e sopratutto di trasferimento di
potenza bilanciando i vari carichi sui diversi tronchi, praticamente in
parallelo tra loro, diventa ancora piu' complesso.
So di non avere descritto come avviene di fatto la regolazione, spero solo
di avere mostrato la complessita' del problema.
Saluti
Mino Saccone
Received on Fri May 10 2002 - 21:44:14 CEST
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