Re: Principio di equivalenza
Luciano Buggio ha scritto:
> E' evidente che il problema non e' se si puo' misurare la differenza, ma
> se la differenza c'e'.
> Se c'e' (come mi pare tu ammetta), il fatto che sia piccola, cosi' piccola
> che non esistono oggi strumenti cosi' raffinati da poterla rilevare (o
> rivelare?), vale a giustificazione di un'invarianza come le scuse di
> quella signorina...:-)
Ecco un caso in cui i verbi vanno bene tutti e due :)
No, la situazione e' diversa da quella della signorina...
Qui non conta che la differenza sia piccola, ma che la puoi rendere
piccola a piacere, restringendo la regione di spazio-tempo in cui
lavori.
Esattamente come una superficie curva regolare puo' essere approssimata
bene quanto si vuole con una porzione di piano, pur di limitarsi a un
intorno suff. piccolo di un punto.
Come ti ha fatto notare Valter, questa proprieta' della gravita' non e'
affatto banale, per cui il pr. di equivalenza ha significato (dice
qualcosa sulle proprieta' fisiche del mondo) e ha anche una definizione
precisa.
> Ti potresti salvare solo se mi parlassi di un punto, ma ne' tu ne' Moretti
> lo fate .
Infatti non parlo di un punto, ma di un intoerno "piccolo a piacere".
> Scrivevi nel primo post che*a tutti gli effetti* le due situazioni non
> sono distinguibili, ...
Infatti: ma non intendevo a qualunque distanza e per qualunque
intervallo di tempo; intendevo per qualunque tipo di esperimento.
> ... ed ora poni (cosi' come ha fatto Moretti) delle
> pesantissime condizioni, per cui l'ascensore di Einstein diventa cosi'
> piccolo che non mette conto parlare di astronauti, soffitti, paviemetni
> e molle. Gli effetti sono, mi pare, alquanto ridotti.
A questo abbiamo gia' risposto.
Non sono affatto ridotti: sono la scoperta di Galileo generalizzata a
qualunque fenomeno fisico!
> Vorrei che tu ammettessi allora coerentemente che e' ora di finirla con
> quella "volgarizzazione", che si trova in tutti i libri: affascinante ma
> falsa. Ci era forse cascato lo stesso Einstein? Ti risulta che egli
> abbia considerato l'effetto mareale in campo gravitazionale?
Non capisco che cosa dovrei ammettere, per cui non parlo senza prima
consultare un avvocato :-))
Quanto ad Einstein, non so, ma non m'importa molto. Se noi oggi abbiamo
capito la RG un po' meglio di lui, non ci trovo niente di strano: e'
sempre successo...
> Tanto meglio: ora la differenza tra campo gravitazionale e stato di
> accelerazione diventa ancora piu' marcata. Se la molla appesa al soffitto
> della casa ancorata al suolo si allunga di piu' (rispetto all'ipotesi di
> a costante),...
Come di piu'? g decresce con l'altezza...
> ... quella attaccata a prua della capsula in moto accelerato si
> allunga, (rispetto alla stessa ipotesi) di meno. Tu mi stai dicendo che
> anche nel secondo caso abbiamo un "effetto mareale", dovuto alla
> contrazione di Lorentz: ...
Se vuoi...
> ...ebbene se nel primo caso si trattava di
> trazionema reale, che provocava allungamento, in questo abbiamo
> schiacciamento mareale, che provoca occorciamento.
No: vanno nello stesso senso. Ma non mi sembra cosi' importante.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Mon Apr 22 2002 - 21:18:15 CEST
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