Re: normalizzazione in scatola

From: John Travolta Sardus <pireddag_at_hotmail.com>
Date: Sat, 06 Apr 2002 12:47:31 -0500

Moderatore: riposto perche' non mi e' neanche arrivata la ricevuta (per
due volte!).

>
>a pag 338 dice che per evitare riflessioni si deve avere T<<V^(1/3) dove
>T � il tempo di interazione e V il volume della scatola. Nel caso della
>normalizzazione in scatola di autofunzioni della quantit� di moto non si
>dovrebbero avere delle riflessioni o sbaglio?
>



Ciao,
rispondo solo a questo perche' al resto non so rispondere. Quando si fa
una normalizzazione in scatola per problemi che "teoricamente"
dovrebbero essere affrontati nell'intro spazio si tiene sempre presente
che l'esperimento che si sta descrivendo si svolge in una regione di
spazio limitata. Le condizioni iniziali di tutti gli oggetti che
partecipano all'esperimento sono date da sovrapposizioni di funzioni
d'onda della scatola limitate nello spazio. Queste sovrapposizioni, per
tempi piccoli, si comportano come se le pareti della scatola non ci
fossero; per tempi piccoli infatti le "onde" che vengono rappresentate
dalle sovrapposizioni di autofunzioni non arrivano alle partei della
scatola e quindi non possono sapere che ci sono.

Altro esempio: i terremoti; la Terra e' un corpo finito, quindi tutte le
sue vibrazioni elastiche si possono rappresentare come somma discreta di
autofunzioni (i modi di vibrazione della terra).

Se c'e un terremoto profondo la scossa viaggia dapprima come una scossa
in un mezzo elastico infinito; quando incontra la superficie i riflette
e compaiono anche i fenomeni dovuti al fatto che la Terra e' finita
(l'onda si riflette, vengono eccitate le onde di superficie eccetera).

Immagino che T e (V)^1/3 abbiano le stesse dimensioni perche' si usano
dei sistemi di misura in cui c vale 1 (e cosi'?)


                                  Giovanni
Received on Sat Apr 06 2002 - 19:47:31 CEST

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