Re: Parlare di Fisica in italiano (era Re: Orbita circolare nello spazio 3D)

From: MarRraS <vremotti_at_libero.it>
Date: Tue, 9 Nov 2010 15:26:38 -0800 (PST)

On 8 Nov, 10:53, Zampino wrote:


> > Naturalmente sei liberissimo di tradurre "fit" come pi ti piace;
> > rischi per di venire frainteso dai colleghi.
>
> Esprimo la mia modesta opinione.
> Io non credo che la lingua inglese sia (fosse) cos preveggente da avere
> previsto per i suoi vocaboli dei significati relativi a tecniche
> ancora inesistenti quando gi i termini stessi esistevano.

Ci mancherebbe altro.

> Semplicemente "fit" aveva uno o pi� significati che sono stati estesi
> per comprendere quelle attivit che tu descrivi.

Ma certo che � cos�.
E' abbastanza comune che i termini gergali assumano significati
differenti da quelli della loro lingua madre da cui originano (pur
conservando legami storici o etimologici; d'altronde non si instaurano
per caso).
Mica vale solo per la lingua inglese.

> Personalmente pertanto non considero un male usare approssimare o
> interpolare in un'accezione nuova, analogamente a quanto stato fatto
> in inglese con fit e tanti altri termini.

No, guarda.
Il linguaggio (scientifico e non) viene ideato con lo scopo di
comunicare, e in quanto tale funziona solo se � un sistema condiviso
tra gli interlocutori (che siano d'accordo o meno), altrimenti non
sarebbe tale. E non si potrebbe comunicare.
Non e' che uno si alza la mattina e usa il termine a caso a seconda di
come gli gira.
Altrimenti potrei riferirmi al fit dicendo "gattonare", o "bazzicare",
o "zazzicare"... voglio dire, se devo inventarmi i termini, me li
invento come mi piacciono.

Oppure potrei usare, che so, "derivare" in un'accezione tutta mia per
intendere il fit, magari giustificandola con il suo significato comune
(derivare dei parametri, nel senso di "ottenerli") o con il fatto che
il fit spesso comporta una minimizzazione.
E sarebbe ancora peggio: se usi termini gi� "presi" e utlizzati nello
stesso campo di studi (es. � il caso di "interpolare"), non solo gli
altri non ti capiscono, ma dai luogo ad un equivoco altamente
fuorviante.

Infatti, se tu o Giorgio andate in giro a dire che "interpolate" i
dati, molti fisici capiscono altra cosa. Perch� i dati, appunto,
possono essere interpolati O fittati. Si tratta due differenti
pratiche.
Per cui, se proprio vuoi evitare "fittare" perch� � inglese, dovresti
per lo meno cercare di usare un termine o un giro di parole non
ambiguo come "interpolazione".

Guarda che la questione e' pratica, non accademica. Proprio ieri mi ha
contattato uno che nemmeno conosco (uno studente di fisica, credo) e
mi ha chiesto se gli passavo un programmino per "fittare" dei dati. Se
avesse scritto "interpolare", gli avrei scritto un programma del tutto
differente (e probabilmente avrei fatto prima).

> Se ci potenzialmente causa
> di fraintendimento, lo per una questione di abitudine, non semantica.

Eh?? Guarda che � la stessa cosa, Zampino.
Il legame tra un termine e il suo significato � stabilito sulla base
di convenzioni sociali. Se una determinata comunit� utilizza una certa
convenzione linguistica, e ne fa (ovviamente) abitudine, questa non �
semantica?


> Abitudine legata soprattutto all'adozione della lingua inglese nella
> comunicazione inereente discipline scientifiche, non certo nella sua
> superiorita' linguistica (se non per il fatto che "fit" decisamente piu'
> corto di "interpolare").

E ci mancherebbe.
Del resto anche loro si ritrovano a dover usare tonnellare di termini
estranei al loro linguaggio; sarebbe ridicolo sentire un americano
dire "for this" per intendere "ad hoc". Anche in altre discipline (es.
musica classica) sono piene di termini italiani.
NB, rifiuto totalmente il concetto di "superiorit� linguistica"
secondo me falso.

> Preferisco per di gran lunga "fare il fit" che "fittare", perch� la
> contaminazione introdotta dall'ultima parola nella nostra lingua tremenda.

Questo ha senso.
Molti termini importati, in effetti, sono invarianti e non soggetti
all'applicazione di regole linguistiche. Un altro mostro � quando
anche la regole linguistiche si importano con le parole, ad esempio
nei plurali (ad es. suonano malissimo parole plurali come mailS,
managerS, etc.).


> >> approssimare e, in alcuni casi, mi son reso conto di utilizzare anche
> >> "modellare".
>
> > Io uso "modellare" (anzi di solito "modellizzare") riferendomi alla
> > concezione teorica e costruzione pratica del modello, in maniera
> > generale (cio in riferimento ai presupposti fisici prima ancora che
> > ai dati).
>
> Questa della coniugazione/invenzione dei verbi in -izzare un'altra
> abitudine invalsa a mio avviso spaventosa.

Invece mi pare che qui Giorgio per una volta ci ha preso. Modellare e
modellizzare possono essere visti con differenti sfumature di
significato.

> La usano tutti, scienziati,
> filosofi, storici senza nessuna ragione. O senza nessuna ragione
> convincente, a mio avviso. Il 95% dei verbi *impropriamente* citati in
> -izzare possono essere *correttamente* tradotti in italiano con "rendere
> ...".

Ma tanti verbi "-izzare" non sono sono importati, quindi non hanno
nemmeno bisogno di essere tradotti.
E la soluzione che proponi, non credo suoni sempre meglio.
Received on Wed Nov 10 2010 - 00:26:38 CET

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