A proposito della "matematica relativistica" riporto un aneddoto di Facebook a proposito dei guasti di certa divulgazione relativistica (in particolare sul “divieto” di sommare le velocità), magari può interessare gli appassionati di didattica della RR come il professor Fabri.
Viene proposto i seguente “problema” (si fa per dire): in un RI due corpi, in rotta di collisione, sono inizialmente a 1.3 secondi luce di distanza e viaggiano di moto rettilineo uniforme a 0.7c e 0.6c , stessa direzione ma verso opposto, rispettivamente. Determinare x,t dello scontro. Tutto nel suddetto RI.
Fissata x=0 la posizione del corpo dotato di x’=0.7c, il mio modo di risolvere l’esercizio è imporre che per un certo tempo t*
0+0.7t*=1.3- 0.6t* da cui 1.3t*=1.3 dove l’1.3 di sinistra ha le dimensioni di uno spazio diviso un tempo (secondi luce/secondo, nel caso).
Ed ecco arrivare fiere opposizioni al procedimento, che violerebbe le più elementari norme della RR, in particolare ottenendo un valore di “velocità” (“” sono volute) superiore a c (essendo 1.3>1).
Per correttezza devo specificare che alcuni commenti sono stati sprezzanti (del tipo “vincerai un Nobel, genio”), con un altro gentile utente sono per così dire “in trattativa”. Una signora mi ha scritto che le mie considerazioni le provocano convulsioni. Il più gentile mi (anzi ci, visto che siamo in due qui dentro) scritto che sono/siamo dei newtoniani.
Received on Fri Jan 07 2022 - 18:36:09 CET
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