Re: trasforazioni di lorentz

From: Valter Moretti <moretti_at_alpha.science.unitn.it>
Date: Tue, 26 Feb 2002 00:03:35 +0100

"Gian Paolo" <a_toy_lab_at_inwind.it> ha scritto nel messaggio
news:Lmie8.21076$fa5.728220_at_twister2.libero.it...
> "Valter Moretti" <moretti_at_alpha.science.unitn.it> ha scritto :
>
> > Io direi meglio: "le leggi fisiche hanno la stessa forma in tutti i
> sistemi
> > di riferimento inerziali".
>
> Landau dice "sono identiche", io che non sono un fisico dico "valgono" e
> ovviamente valgono le stesse leggi e nella stessa forma.
> Non � un problema di sostanza, mi sembra, ma di comprensibilit� da parte
> degli interlocutori. Grazie !

Va bene, diciamo la stessa cosa, basta intendersi...

>
> E' la premessa che da' per inteso la definizione di sistema inerziale e il
> teorema per cui un sistema di riferimento che si muova ......, perch�
> l'unica cosa che importava affermare era che non esistono sistemi di
> riferimento privilegiati o fissi !
>

OK

>
> In "Meccanica" il succitato L.V. Landau definisce come inerziale un
sistema
> di riferimento tale che rispetto ad esso lo spazio sia omogeneo ed
isotropo
> ed il tempo omogeneo. Con il formalismo Lagrangiano ne trae la legge
> d'inerzia nella forma "in un sistema di riferimento inerziale, ogni moto
> libero avviene con velocit� costante e in grandezza e direzione".
>

Conosco bene quel testo e per certi versi mi piace molto.
 Pero` la definizione che usa mi piace molto poco,
specialmente perche` non e` per niente banale spiegare cosa voglia dire
"omogeneo" ed "isotropo" e Landau non e' che si sprechi su tali
definizioni: una apparentemente piu` semplice definizione richiede
in realta` concetti complicati.

> In "Teoria dei campi" lo stesso Landau definisce inerziali "... sistemi di
> riferimento nei quali il moto libero dei corpi, cio� dei corpi non
> sottoposti all'azione di forze esterne, avviene a velocit� costante."

Conosco anche quel testo e quello mi piace poco perche` fa un po`
di casino (anzi molto) quando definisce le "coordinate galieliane",
inoltre e` difficile capire da quel libro cosa significhi, in Relativita`
Generale, che ci sia gravita` in una regione di spaziotempo, dato che non
viene
mai definito cio` esplicitamente. Ne abbiamo discusso un sacco su questo
NG gli anni scorsi. Se fai una ricerca con Google ritrovi tutto.

> Non ti sembra che venga usata come definizione una conseguenza della
> definizione ? E inoltre non diventa cos� tautologico chiamare inerziale
ci�
> che � inerziale (in cui vale la legge d'inerzia), che � anche, mi sembra,
la
> tua definizione.
>

Secondo me per definire i riferimenti inerziali prima di tutto
non bisogna usare il concetto di forza. La questione io la vedo cosi`
nell'ambito della fisica classica ed in termini ideali (sia pur fisici):
cosa
succede ai corpi quando sono molto lontani tra di loro? Se hai un corpo
solo non si puo` dire nulla: puo` fare quello che vuole, puo` avere
qualunque
tipo di moto, basta mettersi nel riferimento opportuno. Se pero` hai
un certo numero di corpi le cose cambiano: allontanali tra di loro
tantissimo e poi lasciali andare imprimendo loro velocita` iniziali in
generale (rispetto a qualsiasi riferimento).
E` chiaro che in generale non potrai far avere loro il moto
che vuoi tu scegliendo tu il riferimento come nel caso di un corpo solo:
al piu` controlli il moto di uno di essi scegliendo un riferimento tu,
ma i moti degli altri non li controlli.
Il primo principio della dinamica classica, in quest'ottica, dice che
invece
succede una cosa interessante e tutt'elatro che ovvia: i corpi si muovono
(tendono a comportarsi cosi`quanto piu` li allontani) di moto rettilineo
uniforme *l'uno rispetto all'altro*.
In altre parole essi determinano una classe di riferimenti, in moto
rettilineo
uniforme l'uno rispetto agli altri, in cui i corpi in questione si muovono
di moto rettilineo uniforme (per definizione questi li chiamo riferimenti
inerziali).

Una volta che uno ha a disposizione tali riferimenti studia, in essi, quello
che
accade quando i corpi "si avvicinano" reciprocamente: allora non si
muoveranno
piu` di moto rettilineo uniforme nei riferimenti inerziali: il loro moto
presentera`
accelerazioni in tali riferimenti. A questo punto, e solo ora, per
descrivere la "deviazione" del moto rispetto a quello rettilineo uniforme,
entra in gioco
il concetto di forza (come funzione delle posizioni e velocita` reciproche),
 ma non mi addentro perche` ci sarebbe da dire moltissimo. Volevo ancora
fare notare che cio` che "costringe i corpi lontani a muoversi di moto
relativo
rettilineo uniforme" non puo` in quest'ottica essere descritto dal concetto
di forza, benche` debba essere qualche tipo di "interazione" indescrivibile
nello schema Newtoniano. Cio`, in linea di principio puo` essere fatto in
relativita` generale dicendo che il moti (reciproci) inerziali sono tali
perche`
costretti dalla metrica dello spaziotempo. Pero` la questione perde gran
parte
della centralita`(perche` il primo principio enunciato come sopra si
riferirebbe
ad una *particolare* soluzione delle equazioni di Einstein per la metrica
dello
spaziotempo scale grandi, ma non cosmologiche che con buona approssimazione
descrive mediamente la fisica newtoniana. Inoltre, in RG,
 esiste una generalizzazione del concetto di riferimento inerziale in senso
locale
che si e` rivelata molto piu` fruttuosa e che e` al centro della teoria
stessa.)


Ciao, Valter
Received on Tue Feb 26 2002 - 00:03:35 CET

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