Re: Fusione nucleare e progetto ITER git.gnome.org/pan2)

From: Roberto Deboni DMIsr <news_at_analisienergie.it>
Date: Mon, 10 Jan 2022 20:17:38 -0600

On Mon, 10 Jan 2022 23:04:20 +0100, Luis wrote:

> Stavo leggendo qua e là, ho visto alcuni filmati su
> youtube, ma ... insomma ... secondo voi ce la faremo un
> giorno ad avere la fusione nucleare?
> Che sia un giorno prossimo però.
> Non pulita come ho sentito dire per anni, ma almeno poco
> sporca o comunque molto meno della fissione.
> Ne va del futuro delle prossime generazioni ,ed un po'
> anche della nostra, essendo l'unica alternativa ai
> carburanti fossili, no?

Non e' vero che la fusione nucleare sia l'unica
alternativa ai carburanti fossili. Dove l'ha letto ?

Per esempio, guardiamo all'Italia. Una centrale
solare termodinamica da 50 MW occupa 200 ettari
e produce circa 150 GW·h/anno se ha almeno 6 ore
di accumulo di energia (300 MW·h di capacita').

Ovviamente il solare termodinamico (che lavora solo
con la radiazione diretta) ha un grave problema di
stagionalita' e ci lascerebbe l'inverno scoperto
se non pensiamo a fare quello che da sempre fa la
natura con il legname: incamera energia d'estate
per fornire la legna da bruciare d'inverno.

Ovvero, in questo caso possiamo attingere
tranquillamente ad una fonte intermittente,
come eolico e fotovoltaico, per la produzione di
combustibili di sintesi. In genere si parte
dall'idrogeno, ma poi da esso si passa alla sintesi
"al volo" di qualche "portatore di ioni idrogeno" che
sia meno problematico da stoccare dell'idrogeno stesso:
attualmente i piu' papabili sono il metano, perche'
puo' usufruire di tutta l'infrastruttura esistente
per il gas naturale. E poi c'e' l'ammoniaca, che e'
la molecola con la maggiore densita' di ioni idrogeno
a condizioni normali.

Per esempio in Giappone, la Mitsubishi Heavy
Industries sta portando avanti una riconversione
delle centrali termoelettriche a carbone per funzionare
ad ammoniaca: con un passo intermedio in cui si
brucia un 50% di ammoniaca con il carbone.
Ma a regime si brucera' 100% di ammoniaca, e questo
permettera' al Giappone di evitare di riutilizzare
un ampia infrastruttura di centrali termoelettriche
a carbone, oltre a garantire a lungo i posti di
lavoro di queste centrali termoelettriche.

Naturalmente uno potrebbe pensare che si potrebbe
fare a meno del solare termodinamico, puntando tutto
sul fotovoltaico, e una combinazione di centrali
termoelettriche alimentate dalla ammoniaca prodotta
dagli esuberi (deliberati) di centrali fotovoltaiche
molto piu' grandi di quelle meramente necessarie
a soddisfare la domanda elettrica immediata.

Ma ci sono due questioni da considerare:
a) quando la risorsa solare e' sufficiente, cioe'
   durante i mesi con sufficiente insolazione, il
   servizio di dispacciabilita' fornito dal solare
   termodinamico e' la meno costosa in assoluto,
   batte anche quella dell'idroelettrico da pompaggio.
b) l'elevato costo dell'energia elettrica di qualsiasi
   soluzione che non consideri il solare termodinamico
   (o il nucleare, ma in Italia pare tabu') nel suo
   mix significa anche l'impossibilita' di produrre a
   costi accettabili celle fotovoltaiche in Italia e
   quindi la soluzione richiede una costante importazioni
   di costose celle fotovoltaiche (che oggi e' anche
   chiaro hanno raggiunto un minimo storico dei loro
   prezzi da cui non si vede ulteriore possibilita' di
   ribassi, visto che in Cina il prezzo dell'energia e'
   in salita)
c) il solare termodinamico, oltre ad avere uno dei
   costi piu' bassi tra le fonti dispacciabili
   rinnovabili, e' anche una tecnologia in cui il
   rapporto in termini di occupazione (incidenza
   del lavoro sul costo finale) e' tra i piu' alti
   delle soluzioni disponibili ed anche questo ha
   un suo valore aggiuntivo in un paese, e proprio
   di piu' nel merdiione, ha un alto tasso di
   disoccupazione cronica
d) una centrale solare termodinamica puo' facilmente
   (cioe' con un costo modesto) trasformare
   l'energia stoccata per uso invernale grazie al
   fotovoltaico in energia elettrica, dopotutto e' una
   centrale termoelettrica completa, a cui manca solo
   una caldaia per produrre elettricita' d'inverno
   e di notte

Ora supponendo di assegnare tutto il fotovoltaico
(anche futuro, si legge di 50'000 MW a regime) alla
sintesi del combustibile stagionale (invernale) e/o
integrativo (per lunghi periodi di maltempo), se per
ipotesi si puntasse tutto sul solare termodinamico
per la produzione dispacciabile, quanta superficie
occorre ? Se puntiamo a 300'000 GW·h, allora, a
150 GW·h cadauna ne servono 2'000 unita' da 50 MW
(o unita' piu' grosse con una superficie proporzionale)
e quindi 2'000 x 200 ettari = 400'000 ettari.
Ebbene, la superficie di terreni inutilizzati supera
il 1'000'0000 ettari, specialemente dove servono: al
sud. Quindi la risorsa "territorio" c'e'.
Considerate che e' l'equivalente di un cerchio di
35 km di raggio. E' plausibile, ed ancora di piu'
se sminuzzato territorialmente per essere vicino
ai consumatori.

E poi, la capacita' di accumulo: un serbatoio di sali
fusi grande come il Colosseo sarebbe in grado di far
funzionare l'Italia per almeno 4 ore ad un costo
che e' irrisorio se confrontato con il costo di
fattorie e fattorie di accumulatori chimici
(batterie al litio, etc.). Ovviamente anche questo ha
piu' senso distribuirlo tra tante centrali solari.
Received on Tue Jan 11 2022 - 03:17:38 CET

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