Re: [OT] Libro di Zichichi...

From: Giancarlo Rizza <rizza_at_hp1sesi.polytechnique.fr>
Date: Tue, 19 Feb 2002 15:37:55 +0100

Francesco Rossi wrote:

> Un libro per chi ama fare Scienza vera, e non ipotesi strampalate.
> Un libro che fa riflettere sulle impronte che il Creatore ha lasciato
> nel Libro della Natura.


ho letto l'estratto del libro di Zichichi che hai postato e volevo
fare alcuni commenti di carattere generale, senza peraltro scadere
nel flame. Spero che il moderatore sia un po' largo di manica e non
filtri il messaggio.

> Posto qui di seguito una parte del libro inerente all'atto di fede della
> Scienza nei confronti del Creatore del mondo.
>
> "La Scienza � nata da un atto di Fede
>
> Per capire cos'� la Scienza bisogna anzitutto chiedersi: com'� nata?
> Da un atto di Fede o da un atto di Ragione?

La scienza nasce soprattutto da una necessit� personale, che nulla
ha a che vedere con la Fede. Quelli che fanno ricerca sanno
che alla basa di tutto c'� l'esigenza profonda di non accontentarsi
delle spiegazioni gi� date se queste non ci soddisfano completamente.
Un incipit come quello forza la conclusione del discorso perch�
contiene gi� la risposta. Zichichi applica semplicemente
la dialettica, per altro di scarsa qualit�, per dimostrare una sua
visione del mondo, ma questo non centra nulla con la scienza o con
il metodo scientifico.
La dimostrazione dell'esistenza di Dio, dal punto di vista fisico,
la si potrebbe ottenere solo con l'esperimento, cosa evidentemente
non fattibile. Dio � quindi un'esperienza soggettiva.


> Ai tempi di Galileo Galilei, le pietre, gli spaghi e i legni erano
> considerati oggetti volgari. Cose cio� non degne di essere studiate.
> Voglio studiare gli oggetti volgari, diceva Galilei, perche in essi
> c' � la mano del Creatore.

Questa affermazione � una pura invezione. Sfido Zichichi a citare
il passaggio dal quale ha tratto l'informazione.

> Studiando le pietre scoprir� le Leggi Fon-
> damentali della Natura:

ibidem

> Colui che ha fatto il mondo ha scritto que-
> ste leggi usando caratteri matematici.

Galileo non era un matematico e mai si � sognato di dire una
tale corbelleria. In realt� il suo grande merito � stato quello
di sviluppare una metodologia di analisi capace di essere oggettiva:
il metodo galileiano. Questa � la sua vera rivoluzione.


> Ed ecco il punto cruciale: cosa ne sapeva Galilei che, studiando
> gli oggetti volgari, sarebbero venute fuori le Leggi Fondamentali
> della Natura?

Nulla, come non lo sapeva l'ateo Einstein quanto comincio' ad
interessarsi alla fisica.



> Legando una pietra a uno spago e studiando cosa succede, nes-
> suno poteva prevedere che dovessero venire fuori le leggi del pen-
> dolo. Facendo rotolare delle pietre ben levigate lungo un pezzo di le-
> gno e variando l'inclinazione del legno, nessuno poteva prevedere
> che sarebbero venute fuori le leggi del piano inclinato.
> Sono proprio il pendolo e il piano inclinato che hanno portato
> Galilei a scoprire la prima e la seconda legge del moto. Queste leg-
> gi potevano anche non esistere.
> Galilei non sapeva quanto vera fosse quella sua ferma convin-
> zione: �Studiando gli oggetti volgari scoprir� le leggi del Creato�.
> poteva forse sapere Galilei che in un minuscolo pezzettino di
> pietra ci sono miliardi di protoni?


Da un punto di vista logico, questo vorrebbe dire che ogni ricercatore
quando fa il suo lavoro in relt� sta cercando DIO.


> Ne lui ne alcuno scienziato, fino al 1947 , potevano sapere della
> esistenza di quei processi fisici detti virtuali. La mia attivit� scien-
> tifica ha avuto inizio con lo studio dei processi virtuali in gioco in
> quella evanescente particella detta muone (un'evanescente parti-
> cella che vive due milionesimi di secondo). La Fisica Virtuale non
> � solo privilegio di poche evanescenti particelle. Uno dei mattoni
> dell'Universo, il protone, ribolle di processi virtuali.


> Negli anni sessanta, insieme a un mio caro e prezioso collabora-
> tore, Tom Massam, ho studiato come introdurre una legge di sim-
> metria nella descrizione di alcuni processi virtuali che esistono nel
> cuore di un protone. Grazie alla Fisica Virtuale noi possiamo oggi
> affermare che in un protone ci sono scritte tutte le Leggi Fonda-
> mentali della Natura.


Come diceva Hans Bethe: "il Professor Zichichi: ottimo organizzatore,
mediocre fisico''...che ha come caratteristica quella di travisare la
realt� accreditandosi scoperte mai fatte, come quella dell'antimateria
nucleare.


> Dire, nel milleseicento,2 che bisognava seguire quella strada per
> scoprire le Leggi Fondamentali della Natura, non era il risultato di
> un discorso logico, ne la soluzione matematica di una rigorosa equa-
> zione. Quella strada era null'altro che un atto di Fede in Colui che
> ha fatto il mondo.
> I nostri giganteschi acceleratori di particelle, i nostri laboratori
> in cui si studiano le spettacolari propriet� dell'lmmanente nascono
> da quella Fede negli oggetti volgari. Fede che doveva portare
> Galilei a far nascere la Scienza quale suprema attivit� dell'uomo
> che, con umilt�, studia la natura.
> Nata con un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tra-
> dito il Padre Suo. Essa ha scoperto -nell'Immanente -nuove leg-
> gi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarit�, senza per� mai scalfire,
> anche in minima parte, il Trascendente.
> La Scienza si presenta oggi, alla cultura del nostro tempo, come
> il baluardo pi� potente per corroborare diVerit� quella Fede gali-
> leiana nella natura, quale portatrice delle impronte del Creatore".


Questa frase ha un valore scientifico pressoch� nullo, proprio perch�
non rispetta il metodo che Galileo ha creato, base di ogni disciplina
scientifica. Le conclusioni di Zichichi sono estrapolazioni personali
che nulla hanno a che vedere con la scienza, ma che anzi gettano del
fango su tutti quei ricecatori che fanno onestamente il proprio lavoro
lasciando Dio nella propria sfera personale.

                        giancarlo
Received on Tue Feb 19 2002 - 15:37:55 CET

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