"begliorg" <begliorg_at_excite.it> wrote in message
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> La Fisica ha veramente risposto a tutte le domande dell'uomo? Un fisico
> al giorno d'oggi deve ammettere che nn c'e' piu' posto per Dio perche'
> tutto si puo' spiegare con leggi fisiche? Che posto trova altrimenti Dio
> nel panorama intellettuale odierno? Personalmente penso che c'e' e ci
> sara' sempre posto per Dio nelle menti degli uomini(di quelli che lo
> vogliono).La fisica nn ha risposto a tutte le domande e ne e' ben
> lontana dal farlo. Penso che siano ancora molte le cose da
> scoprire,capire, inquadrare nello giusto posto. E poi la fisica nn
> intecchera' mai il concetto di Dio perche' sono due cose che stanno due
> sfere diverse.La fisica che tratta del mondo fisico,appunto, nn potra'
> 'invadere' Dio che sta nel mondo spirituale. Voi che ne pensate? Lo so
> che e' un'argomento delicato....ma anche molto interessante. >alan
E' vero, � molto interessante questo tema. Come credo sia interessante
quanto ha da dirci in merito il prof. Antonino Zichichi.
La Scienza � nata da un atto di Fede
Per capire cos'� la Scienza bisogna anzitutto chiedersi: com'� nata?
Da un atto di Fede o da un atto di Ragione?
Ai tempi di Galileo Galilei, le pietre, gli spaghi e i legni erano
considerati oggetti volgari. Cose cio� non degne di essere studiate.
Voglio studiare gli oggetti volgari, diceva Galilei, perche in essi
c' � la mano del Creatore. Studiando le pietre scoprir� le Leggi Fon-
damentali della Natura: Colui che ha fatto il mondo ha scritto que-
ste leggi usando caratteri matematici.1
Ed ecco il punto cruciale: cosa ne sapeva Galilei che, studiando
gli oggetti volgari, sarebbero venute fuori le Leggi Fondamentali
della Natura?
Legando una pietra a uno spago e studiando cosa succede, nes-
suno poteva prevedere che dovessero venire fuori le leggi del pen-
dolo. Facendo rotolare delle pietre ben levigate lungo un pezzo di le-
gno e variando l'inclinazione del legno, nessuno poteva prevedere
che sarebbero venute fuori le leggi del piano inclinato.
Sono proprio il pendolo e il piano inclinato che hanno portato
Galilei a scoprire la prima e la seconda legge del moto. Queste leg-
gi potevano anche non esistere.
Galilei non sapeva quanto vera fosse quella sua ferma convin-
zione: �Studiando gli oggetti volgari scoprir� le leggi del Creato�.
poteva forse sapere Galilei che in un minuscolo pezzettino di
pietra ci sono miliardi di protoni?
Ne lui ne alcuno scienziato, fino al 1947 , potevano sapere della
esistenza di quei processi fisici detti virtuali. La mia attivit� scien-
tifica ha avuto inizio con lo studio dei processi virtuali in gioco in
quella evanescente particella detta muone (un'evanescente parti-
cella che vive due milionesimi di secondo). La Fisica Virtuale non
� solo privilegio di poche evanescenti particelle. Uno dei mattoni
dell'Universo, il protone, ribolle di processi virtuali.
Negli anni sessanta, insieme a un mio caro e prezioso collabora-
tore, Tom Massam, ho studiato come introdurre una legge di sim-
metria nella descrizione di alcuni processi virtuali che esistono nel
cuore di un protone. Grazie alla Fisica Virtuale noi possiamo oggi
affermare che in un protone ci sono scritte tutte le Leggi Fonda-
mentali della Natura.
Un protone � molto pi� piccolo di un granello di sabbia. La sua
massa, lo abbiamo gi� detto, � di appena centosessantasette cente-
simi di milionesimo di miliardesimo di miliardesimo digrammo.
Siamo dinanzi a una sparuta frazione di massa e di spazio. Pur-
tuttavia in essa noi riusciamo a fare esperimenti, interrogando la
natura e scoprendo nuove simmetrie, nuove regolarit�, nuove leg-
gi, la cui validit� spazia da quelle microscopiche strutture ai confi-
ni dell'Universo.
Cosa poteva saperne il padre della Scienza che studiando le pie-
tre sarebbero venute fuori queste straordinarie conquiste scienti-
fiche?
Dire, nel milleseicento,2 che bisognava seguire quella strada per
scoprire le Leggi Fondamentali della Natura, non era il risultato di
un discorso logico, ne la soluzione matematica di una rigorosa equa-
zione. Quella strada era null'altro che un atto di Fede in Colui che
ha fatto il mondo.
I nostri giganteschi acceleratori di particelle, i nostri laboratori
in cui si studiano le spettacolari propriet� dell'lmmanente nascono
da quella Fede negli oggetti volgari. Fede che doveva portare
Galilei a far nascere la Scienza quale suprema attivit� dell'uomo
che, con umilt�, studia la natura.
Nata con un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tra-
dito il Padre Suo. Essa ha scoperto -nell'Immanente -nuove leg-
gi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarit�, senza per� mai scalfire,
anche in minima parte, il Trascendente.
La Scienza si presenta oggi, alla cultura del nostro tempo, come
il baluardo pi� potente per corroborare di Verit� quella Fede gali-
leiana nella natura, quale portatrice delle impronte del Creatore.
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Received on Sat Feb 16 2002 - 23:24:45 CET