Buongiorno, Marco ha scritto:
....
> Supponiamo di
> avere due cariche q (dello stesso segno) che si muovono parallele a una
> certa distanza d l'una dall'altra a velocit� uniforme v1 rispetto a noi.
> Noi osservatori O1 posti nell'origine di un sistema di riferimento
> (certesiano) inerziale vediamo le due cariche muoversi a velocit� v1 e
> quindi siamo in grado di calcolare con la legge di Lorenz la forza che
> agisce su ognuna di esse per effetto del campo magnetico generato.
Nota che nella forza di Lorentz compare anche un termine associato al campo
elettrico generato dalle cariche.
> Se per�
> c'� un secondo osservatore O2 posto in un secondo sist.di rif. inerziale
> che per� vede le cariche muoversi a velocit� v2 diversa da v1 calcola un
> altro valore (in modulo) della forza e del campo magnetico.
> Nel caso ad un
> certo punto della loro corsa lungo le linee parallele che abbiamo
> immaginato le lasciassimo improvvisamente libere l'effetto che ci
> aspettiamo noi e l'effetto che si aspetta O2 � diverso (le due cariche si
> allontanano o si avvicinano con traietorie diverse).
Se le cariche hanno uguale segno allora si allontanano indipendentemente
dalla scelta del riferimento inerziale, questo si comprende facilmente
studiando il moto in un riferimento in cui le cariche siano inizialmente in
quiete.
> Per semplicit�
> supponiamo che O1 e O2 viaggino anche essi paralleli con le due cariche
> (anche se con velocit� parallele).
> O1 e O2 dovrebbero vedrere le cariche
> allontanarsi dalla traietoria retilinea precedente con velocit�
differenti.
> Chi ha ragione ??
....
Hanno ragione entrambi dato che in relativita' non esiste un tempo assoluto,
quindi la velocita' relativa di allontanamento delle cariche dipende dal
sistema di riferimento in cui viene descritto il moto.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Per rispondere togliere la h nell'indirizzo e-mail.
Received on Fri Dec 07 2001 - 19:01:21 CET