Re: Colori fondamentali in natura

From: gugo <gugo_at_athena.polito.it>
Date: Fri, 23 Nov 2001 11:20:23 GMT

Tutto giusto e corretto, tranne

>
> Premesse:
>
> "in natura" i colori sono gli infiniti colori (frequenze lunghezze
> d'onda) dello "spettro visibile" (da circa 0,3 (violetto) a circa 0,7
> (rosso) micron)
>

Ci sono colori percepiti dal cervello umano che non esistono in natura come
frequenza monocromatica.
P.Es. nell'arcobaleno il marrone non esiste. (O comunque non ci sono tutti i
marroni)
Colori cos� sono composti da pi� frequenze monocromatiche.
Inoltre colori apparentemente uguali possono essere composti da diversi
gruppi di frequenze monocromatiche.
E in pi� esistono colori in natura che NON possono essere creati dalle solo
componenti di luce RGB, e che saranno pertanto impossibili da visualizzare
su monitor normali o mediante stampe da stampanti in tricromia (o pi�),
infatti le VERE sensazioni delle frequenze monocromatiche non possono essere
realizzate dalle 3 componenti RGB (tranne ovviamente gli R, G e B usati);
possono essere creati colori molto simili ma non uguali.
E' possibile creare le sensazioni di tutti i colori che percepiamo, compresi
quelli monocromatici puri, a partire da una terna di luci che non � RGB, ma
che � una terna di luci monocromatiche invisibile all'occhio umano (fuori
dallo spettro). Si pu� anche trovare, mediante integrali sulla 'risposta'
media dei coni e dei bastoncelli, la terna di colori, comunque invisibile,
tale per cui la distanza di ogni frequenza della terna si avvicina di pi�
allo spettro visibile.
In questo modo, monitor creati mediante questa tecnica hanno uno 'Spreco' di
banda minore possibile ed un'accuratezza maggiore di quelli che utilizzano
fasci di luce monocromatica (sottolineo invilisibili) non tarati. Questo
perch� usando determinati coefficienti di ogni componente su questi monitor
si creano comunque colori che restano invisibili. Meno colori invisibili si
creano e meglio e' (Penso sempre per aumentare la precisione diminuendo la
differenza minima tra colori vicini).
NB: Le curve di risposta dei coni/bastoncelli sono personali e diverse per
ognuno di noi (anche se in realt� molto simili, in quanto la media su tutti
i coni e i bastoncelli e' abbastanza uniformata), pertanto sarebbe opportuno
che le frequenze delle singole componenti siano tarate personalemente. E
questo ovviamente non si fa, perch� non si dovrebbero cambiare solo i 3
fasci, ma anche il reticolato di incidenza degli stessi, e quindi ognuno
dovrebbe portarsi dietro il proprio tubo catodico... :-)

Ora sono in ufficio e non ricordo i riferimenti, ma per chi fosse
interessato posso ritrovarli a casa.

In particolare ricordo un libro "poco matematico" usato per informatica
grafica (E io sono un ing. quindi se � poco matematico per me, figuriamoci
per voi), nel quel si descrivono grafici a "Suola di scarpa" e varie formule
di differenza tra colori assolutamente empiriche.

Saluti, gugo_at_athena.polito.it
Received on Fri Nov 23 2001 - 12:20:23 CET

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