Re: velocità nella dimensione tempo
> > ...
> > Ma qualcuno deve pur tentare la cosiddetta "divulgazione".
> Perché "qualcuno deve"? Di quale tipo di necessità parli?
> Conosci il detto latino "ad impossibilia nemo tenetur"?
Mi spiace davvero che tu non ravveda la necessità della divulgazione scientifica.
Che tu non percepisca che una grande quantità di persone senta il bisogno di entrare, in una certa misura, nel grande gioco delle rappresentazione del mondo, che abbia voglia di partecipare alla bellezza delle teorie scientifiche.
Se non vedi questa diffusa esigenza, non è colpa mia.
Se la vedi, ma continui a sostenere che non ci sia nulla da fare, allora getti la spugna troppo presto, perchè questa è una partita importante.
Proprio perchè è cresciuto il livello di complessità e di astrazione, c'è bisogno di studiare seriamente il modo di diffondere al "vulgo" concetti astratti e complessi.
Credo anche che lo scienziato affermato, che si metta a scrivere un libro di divulgazione, non lo faccia per il denaro (che pure può non essere una motivazione trascurabile), ma perchè senta la necessità etica di rendere partecipe, di una frazione della bellezza, le persone che non sono addette ai lavori.
Probabilmente l'errore che lo scienzato fa è pensare che debba semplicemente scrivere meno di quello che sa, o che dabba barare per trasferire quello che sa che non riescer a spiegare semplicemente. In realtà deve scrivere più di quello che sa, attingendo ad altre competenze.
Chiamo "didattica" questo processo, che ha le sue regole e le sue evoluzioni, e che è indipendente dalla materia oggetto della divulgazione.
Ora, mi rendo conto, devo presentare nomi e tecniche didattiche, per sostenere le due righe scritte sopra.
Mi prendo un po' di tempo, e poi organizzo un testo.
Ma quello che assolutamente non mi va è pensare che non esiste soluzione al desiderio di partecipazione.
Received on Fri Feb 04 2022 - 19:05:43 CET
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