Re: Un pezzo di alta divulgazione!
Il 04/02/22 15:48, Elio Fabri ha scritto:
....
> Comincio rispondendo alle frasi che ho citato.
> La mia prima reazione leggendole è stato: insomma non avete capito
> niente di quello che penso!
> Non voglio neppure essere ipocrita, dicendo che "non mi sono spiegato
> bene".
> A me pare che almeno Giorgio abbia tutti gli strumenti necessari per
> capire che cosa intendo, eppure mi risponde a sproposito. Non trovo
> spiegazioni.
Forse non ho capito, ma potrebbe anche darsi che ho capito e non
rispondo a sproposito, solo che tu vedi le cose in modo diverso.
Vedi citazione alla fine di questa risposta.
> Il problema non è affatto
....
Tutto quello che dici sulla complessità concettuale della fisica moderna
è vero (ma non è che la fisica newtoniana scherzi).
....
> Mi pare chiaro l'equivoco di fondo, che direi anche Giorgio condivida:
> che il problema sia quantitativo (meglio poco che niente) mentre
> invece secondo me è qualitativo: se non si riesce a superare una certa
> soglia di qualità e se non si fanno le giuste scelte degli argomenti.
> il risultato è condannato a essere nullo, se non addirittura negativo.
E qui sta tutta la differenza di opinioni tra te e me. Io non valuto il
risultato in assoluto, am relativamente a degli obiettivi diversificati
per situazioni diverse. Ho già spiegato che metto un confine netto tra
divulgazione e didattica. E mentre sul lato didattico condivido in
grandissima parte il tuo rigore intellettuale, su quello divulgativo ho
opinioni diverse e pur vedendo bene anche i lati negativi, non arrivo
alla stessa tua conclusione. Per lo meno, non in modo incondizionato.
> Credo anche d'intuire il motivo psicologico che impedisce di capire le
> mie ragioni.
> Visto che sembra seguirne una tesi nichilista (non c'è niente da fare)
> chiunque resti convinto della gravità della situazione e quindi voglia
> tentare qualsiasi strada pur di migliorarla (la candela è meglio del
> buio) è portato a rimuovere (in senso psicnalitico) i miei discorsi
> che vede solo come un ostacolo.
Non sono un ostacolo ma un doveroso e fondamentale richiamo sui limiti.
Tuttavia conoscere i limiti non necessariamente deve portare alle stesse
conclusioni. E torniamo sempre al discorso degli obiettivi.
> Ovvio che io la vedo diversamente.
> Se non si sa fare la diagnosi giusta (capire bene situazione, cause,
> caratteristiche) non c'è speranza di ottenere risultati.
> Avendo fatto la mia diagnosi come sopra, da molti anni ormai ho
> cercato di lavorare in una precisa direzione.
> La divulgazione "larga", ossia rivolta a un pubblico indifferenziato
> (quello che solo interessa agli editori, che sono tanto più contenti
> quante più copie vendono) è tempo perso.
> Mi sono invece dedicato alla scuola e magari al contatto con giovani
> ma di un gruppo auto-selezionato: quelli che già in partenza mostrano
> non tanto un generico "interesse" (che può essere viziato per tanti
> motivi) quanto disposti a lavorare (studiare) e al tempo stesso dotati
> delle risorse intellettuali che permettono il lavoro necessario.
> Cose che un 50-enne, per fare un esempio, non possiede più.
....
Ma questa scelta dipende dagli obiettivi che ti sei posto, che
comprendono il raggiungimento di un livello accettabile di
*comprensione* corretta.
Io non voglio convincerti dell'utilità di divulgazione per far
comprendere p.es. cosa sia il Modello Standard a un 50-enne medio. Della
cui infattibilità sono convinto io per primo. Il mio punto di vista è
che, determinati ambiti, si possono dare delle *informazioni* che non
sono veri elementi di comprensione e non servono a *spiegare*, ma hanno
l'obiettivo molto più limitato di passare il messagio che non siamo più
ai tempi dei 4 elementi, aria, acqua, terra, fuoco, oppure far
intravedere che esiste una possibilità di comprensione. Nota bene che
quando parlo di informazioni, non intendo ridurre il modello standard a
un catechismo sulla composizione in quark delle particelle elementari.
Penso piuttosto a passare alcune, selezionate idee di come gli
esperimenti permettano di vedere l'invisibile e come alcuni aspetti più
semplici della teoria permettano di cogliere l'ordine nella complessità
dei fenomeni. Sono convinto che alcune cose si possano fare, e su questo
mi sento confortato da una tradizione di divugazione che non sempre è
stata intellettualmente disonesta come negli esempi peggiori. Esempi
peggiori ce, a mio parere sono quelli in cui ci si immagina di poter
semplicemente operare una traduzione dalle equazioni alle parole.
La mia posizione è che in funzione degli obiettivi posso dare
valutazioni molto diverse su operazioni di didattica o di divulgazione.
Visto che si è citato Lao-Tsu, permettimi di citare Mao
"Che cento fiori sboccino, che cento scuole di pensiero rivaleggino”.
Ecco, purché siano chiari gli obiettivi e non si faccia confusione, sono
aperto a confrontarmi con almeno 50 dei 100 fiori della divulgazione.
Gli altri 50 non mi piacciono ma, preferisco vedere come escono dal
"rivaleggiare", piuttosto che eliminarli comme inutili e dannosi in
partenza. Quindi, mentre sono negativo su operazioni come quella di
Greene, posso valutare diversamente quella di Bryson.
Giorgio
> Il lavoro nella scuola è sostanzialmente fallito, forse per errori
> miei, ma certamente per inadeguatezza della gran parte degi
> insegnanti. Non voglio dilumgarmi ad analizzare questo punto, su cui
> ho anche scritto le mie idee in alcune occasioni e che ora prenderebbe
> altro spazio di questo post già lunghissimo.
Non sarei così negativo e soprattutto non metterei sullo stesso piano
quello che hai fatto per la scuola con la divulgazione.
Giorgio
Received on Sat Feb 05 2022 - 05:41:53 CET
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