dumbo ha scritto:
> Ho un altro problema:
> nel post avevo accostato le relazioni di Heisenberg
>
> D q D p ~ h D t D E ~ h ( 1 a , b )
>
> alle relazioni classiche
>
> D q D k ~ D t D f ~ 1 ( 2 a , b )
>
> perch� avevo presente che vari autori (per esempio Schiff,
> se ricordo bene) deducono le ( 1 ) dalle ( 2 ) per direttissima,
> usando le relazioni di de Broglie h k = p , h f = E .
> Ecco perch� ho detto che rifiutare la ( 1 b ) e accettare la ( 1 a )
> � incongruo quanto rifiutare la ( 2 b ) e accettare la ( 2 a ).
>
> Ora mi viene il dubbio: � logicamente possibile nell'ambito
> della teoria classica accettare la ( 2 a ) e non la ( 2 b ) ?
>
> Se la risposta � s�, il problema � chiuso.
> Se � no, devo concludere (sulla base della vostra precisazione)
> che il procedimento di Schiff � scorretto.
> Sbaglio?
Ho riguardato lo Schiff, e posso riassumere come procede.
Nelle prime pagine ragiona come hai detto tu: "per direttissima" :)
Poi, parecchio piu' avanti la relazione per posizione e impulso la
dimostra rigorosamente nel modo che sappiamo.
Quindi anche in base allo Schiff lo status delle due relazioni e'
diverso:
- quella posizione-impuilso e' un *teorema* di m.q., che concerne
precise grandezze definite su *qualsiasi* stato del sistema
- niente del genere per quella tempo-energia, che pure nel libro viene
usata in piu' occasioni.
Ma e' proprio l'uso che se ne fa che rivela uno status incerto, che
non analizzare bene.
Esempi (di Schiff):
- relazione tra larghezza di una riga spettrale e vita media del
livello eccitato
- presunta nonconservazione dell'energia (dice proprio questo) degli
stati intermedi nella teoria delle perturb. al secondo ordine.
In entrambi i casi una cosa che non viene mai messa in evidenza,
sebbene sia cruciale, e' che l'energia di cui si parla *non e'*
l'energia del sistema, ma solo una parte di quell'energia: per es.
l'energia degli stati di un atomo in assenza della perturbazione.
--
Elio Fabri
Received on Sat Oct 16 2010 - 21:06:16 CEST